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Camporese ed Hegazi, baciati dalla sfortuna

Per loro stagione sfortunata, ora serve valorizzarli e non liberarsene (COMM)

Redazione VN

"Occhio, malocchio, prezzemolo e finocchio, ego me baptizzo contro il malocchio." Per gli scaramantici, e il mondo del calcio ne pullula, Hegazi e Camporese dovrebbero pronunciare questa formula di Lino Banfi per liberarsi dalla sfortuna che li ha perseguitati durante la scorsa stagione. Sì perché se nel calcio venisse assegnato l'Oscar della sfortuna la Fiorentina porterebbe a casa ben due premi con questi suoi giovani virgulti tanto promettenti. Il centrale egiziano ha fatto giusto in tempo ad esordire e poco più, segnando pure un gol, prima di rientrare per l'ultima giornata a Pescara. Certo, "rubare" una maglia da titolare a Gonzalo Rodriguez, Savic e il primo Roncaglia sarebbe stata impresa ardua per molti ma non va escluso che se Ahmed non avesse subìto un trauma distorsivo al ginocchio a Dicembre si sarebbe ritagliato il suo spazio. L'infortunio lo ha tenuto lontano dai campi diversi mesi ma il suo lavoro e la sua tenacia (in un'intervista dichiarò di lavorare in palestra 9 ore al giorno) lo hanno riportato sul campo a tempi di record. Il suo futuro molto probabilmente sarà ancora a Firenze e non in periferia in prestito.

Non è andata ugualmente bene, (beninteso, si fa per dire), a Michele Camporese. La stagione non è iniziata nel migliore dei modi anzi, non è proprio iniziata. Una tendinopatia rotulea, curata prima con la tecnica conservativa ed in seguito con un intervento, non ha permesso al giocatore classe 1992 nemmeno di esordire nello scorso torneo. Dopo i primi passi in prima squadra, tutt'altro che negativi, il centrale era tornato a giocare part-time con la Primavera ed il suo percorso formativo è finito parzialmente in naftalina anche a causa dei guai fisici. Nelle prossime settimane per l'ex capitano della Primavera potrebbero aprirsi le porte di un club di Serie A o di B per recuperare la forma e maturare esperienza. La gestione dei giovani viola, a differenza dell'Inter che in poche ore si è "liberata" di due giovani di qualità dell'Under 21 come Donati (Bayern Leverkusen) e Caldirola (ha già le visite fissate col Werder Brema), impone di valorizzare il proprio parco giovani per poi provare ad integrarlo stabilmente in prima squadra. D'altra parte al Barcellona, società modello e riferimento, funziona così.

STEFANO ROSSI 

Twitter @StefanoRossi_