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Cambio tutto, cambio poco: Sousa, Mancini e la gestione degli uomini

Da una parte le tante rotazioni, dall'altra la ricerca di certezze immediate. Le due diverse filosofie per gestire lo spogliatoio tra Sousa e Mancini

Redazione VN

Sono modi diversi di intere il calcio e le gerarchie all'interno dello spogliatoio, ma che fino a questo punto hanno portato frutti e, soprattutto, punti. Domani sera a San Siro Inter e Fiorentina si giocheranno la testa della classifica. Certo, un traguardo poco appetibile all'inizio della stagione essendo arrivati solo alla sesta giornata di campionato, ma il piacere di strappare il primo posto all'Inter nella Scala del Calcio sarebbe meraviglioso. Per farlo la Fiorentina di Paulo Sousa dovrà avere la meglio sull'Inter di Roberto Mancini.

I due allenatori in comune hanno, oltre a un passato e un presente a tinte viola, una grande esperienza a livello europeo, che li ha portati a viaggiare in lungo e in largo a esportare il proprio calcio. Un modo di far giocare le squadre che non sarà particolarmente spettacolare né per l'uno né per l'altro, almeno fino a ora, ma che ha consentito ai club di mettere in cascina già diversi punti che si riveleranno utili anche e soprattutto nelle inevitabili difficoltà autunnali-invernali. Su una cosa però Paulo Sousa e Mancini sono totalmente agli antipodi, la scelta dei giocatori.

Da una parta abbiamo l'italiano che cerca una squadra strutturata, vuole certezze e non ha intenzione di smuovere particolarmente la formazione iniziale. Certo la mancanza delle coppe lo aiuta a prendere questa scelta, così come il fatto di allenare da più tempo una squadra che in estate è stata comunque totalmente rivoluzionata. Ma ormai il piano del Mancio è quello di trovare un undici ben definito e limitare al minimo i cambi, molto spesso dovuti dagli infortuni. 

Opposta la scelta di Sousa, pronto sempre a cambiare e stupire tutti nel momento in cui rende nota la formazione. Una scelta per sorprendere gli avversari e per dimostrare che per tutti in rosa c'è la possibilità di mettersi in mostra. Ultimo caso è quello di Ante Rebic, schierato a sorpresa dal primo minuto contro il Bologna e autore del cross che ha liberato Kuba nel momento del gol.

Due filosofie di gestione degli uomini, due modi di decidere che comunque stanno pagando. Ma domani la ragione sarà solo da una parte.