Una sconfitta pesante, pesantissima. Per la Fiorentina il ko contro l'Empoli annulla, probabilmente in maniera definitiva, le chance di qualificazione alla prossima Europa League. Un peccato visto il pareggio tra Inter e Milan e quello dell'Atalanta contro la Roma. Per la squadra di Paulo Sousa il campionato rischia di essere già finito.
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Calcio di rigore per l’Europa, ma la proprietà scompare nel momento clou
Ha fatto discutere l'assenza dei vertici societari nella partita contro l'Empoli. Più che quella subita sul campo, è stata questa la vera sconfitta di ieri
La partita contro l'Empoli era forse la più importante di questo periodo. Perché c'era la possibilità di accorciare sulle dirette concorrenti per l'Europa, rendendo così ancora più infuocate le ultime giornate di Serie A. La proprietà, però, non l'ha capito. Al Franchi nessuna traccia di Andrea Della Valle, il patron, e di Pantaleo Corvino, il direttore generale, il responsabile dell'area tecnica. In tribuna c'erano solo Freitas e Antognoni. A dire la verità c'era anche Cognigni, ma il presidente ha abbandonato lo stadio alla fine del primo tempo, con la Fiorentina sotto per 1-0. Per non parlare di Diego Della Valle, l'azionista di maggioranza, la cui assenza dalle parti di Campo di Marte non fa ormai più notizia. In sintesi: proprietà assente. Più che quella subita sul campo, è stata questa la vera sconfitta di ieri.
Un'assenza che ha fatto infuriare i tifosi e sottolineata da Sousa in riferimento agli errori di Mazzoleni: "La società deve essere presente prima, durante e dopo. Sempre, per cercare di evitare tutto questo".
Quando si tiene a qualcosa e/o a qualcuno, si è disposti a seguirlo in capo al mondo. I vertici viola, purtroppo, hanno dimostrato il contrario. Per di più non sarebbe stato nemmeno un grosso sforzo, vista la gara tra le mura amiche. Un comportamento sbagliato e assolutamente ingiustificabile. Nessuno, dopo la sconfitta, è andato negli spogliatoi per conoscere lo stato d'animo della squadra, per capire cosa non è andato per il verso giusto. Insomma: per farsi sentire e per dare un segnale di vicinanza ai giocatori in quest'annata complicata.
Fa bene la società ad organizzare la festa dei novant'anni e a partecipare alle cene dei viola club, ma non esserci nei momenti cruciali, alle partite che potrebbero far svoltare la stagione risulta incomprensibile. Un autogol su un piatto d'argento.
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