Fiorentina, la caccia agli italiani è un “obbligo”. Ecco perchè

Già sono pochissimi. E quasi tutti rischiano di lasciare la Fiorentina nel giro di poche settimane. Parliamo degli "italiani" o per meglio dire i giocatori formati nei vivai italiani e in quello viola. Dallo scorso anno vige in Serie A una norma che permette di utilizzare al massimo 25 calciatori (over 21 anni), di cui almeno 4 devono essere cresciuti nelle giovanili del club e minimo altri 4 nel settore giovanile di una squadra italiana - in questa stagione c'era una deroga che permetteva di schierarne 8 dei vivai italiani, anzichè 4+4. In assenza di un numero sufficiente di giocatori con questi requisiti, la lista si restringe, con sole 17 caselle libere (oltre ai giocatori Under 21, che possono essere illimitati).

Dando uno sguardo alla rosa della Fiorentina, si capisce facilmente perchè i dirigenti stiano scandagliando con attenzione il mercato dei calciatori (formati in vivai) italiani. La situazione al termine dello scorso mercato di gennaio (LEGGI QUI), raccontava di una lista rimasta incompleta, visto che di cresciuti in Italia - e over 21 - c'erano solo Sepe, Pasqual, Babacar e Astori. Ebbene, i primi due saluteranno Firenze e l'attaccante senegalese potrebbe fare la stessa fine, mercato permettendo. Non resterebbe che il difensore, che sarà riscattato dal Cagliari, insieme a Bernardeschi che per motivi anagrafici non rientrerà più negli Under 21, ma che ha tutti i requisiti come "formato nel club".

Con anche Giuseppe Rossi destinato, salvo sorprese, a giocare altrove, alla Fiorentina servono dunque come il pane elementi italiani o arrivati molto giovani nel nostro Paese. Al momento mancherebbero tre giocatori di vivai italiani e tre cresciuti nel vivaio viola per poter completare una lista da 25. Izzo, Antei, Missiroli, Verre, Pavoletti, Pellè... Chissà che qualcuno di questi nomi non possa essere quello giusto. Ma il requisito è quello, altrimenti serviranno tanti giocatori Under 21 - nati dal 1995 in poi - per evitare che la coperta sia (di nuovo) troppo corta.