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Borja Valero: “Firenze è una sfida”

“Città incredibile, e il Franchi contro la Juve…” (COMMENTA)

Redazione VN

Il centrocampista della Fiorentina Borja Valero ha rilasciato un'intervista esclusiva a El Pais, autorevole quotidiano spagnolo. Vi proponiamo alcuni passaggi dell'articolo pubblicato ieri, con le parole rilasciate evidentemente prima della gara col Chievo, che l'ha visto tra l'altro particolarmente in ombra. Il centrocampista comincia parlando della sua scelta di approdare in Italia, un campionato - dice l'intervistatore - da cui tutti se ne stanno andando (traduzione di Violanews.com): "L'ho presa come una nuova sfida. Mi sono detto: voglio dimostrare a tutti quelli che pensano che uno spagnolo in Italia non può fare bene, che si sbagliano. Sono un testardo e lo dimostrerò. Cambiare modo di giocare? No, piuttosto direi ho dovuto adattarmi. Ai campi, che sono più secchi e fanno rimbalzare la palla in modo diverso, ed è una cosa che incide non poco. E poi al gioco diverso dalla Spagna, qui c'è più attenzione alla tattica, ma non esasperato o catenacciaro come molti credono. E poi il 3-5-2 che in Spagna viene usato da pochi e invece qui è un modulo ricorrente. A sentire quel che si dice del calcio italiano, mi aspettavo squadre bloccate dietro e atteggiamenti molto difensivi. Io per fortuna sono capitato in una squadra in cui si gioca molto la palla, da questo punto di vista Montella sembra più uno spagnolo che un italiano. Ci chiede di giocare sempre il pallone, non sono molti in Italia a pensarla come lui. Vuole che i due interni di centrocampo si inseriscano anche nell'area avversaria.

Uno spogliatoio con 13 nazionalità diverse? Il vantaggio è che siamo giovani e socializziamo più facilmente. Si parla un po' di italiano, spagnolo e serbo, una miscela di tutto ed è divertente. Il più simpatico? Lupatelli, un gran personaggio. Quali compagni mi hanno impressionato? Pizarro e Jovetic. E tra gli avversari Andrea Pirlo, è stato incredibile vederlo giocare da vicino. Il rapporto con la stampa? Qui gli allenamenti sono a porte chiuse e quindi non ci sono molti contatti con i giornalisti, se non quando ci sono delle interviste. Tutto passa attraverso gli addetti stampa. In quale nazione si vive il calcio con più passione? Difficile dirlo perché sono passioni diverse. Ma quello che ho vissuto nel nostro stadio quando abbiamo giocato contro la Juventus, è stato incredibile. Io sottovalutato? No, il calcio è un ottovolante. Nel complesso credo che ho sempre avuto quello che meritavo. Cosa mi piace di Firenze? Che ogni stradina in cui ti imbatti è più bella di quella precedente, perdersi tra le strade cittadine è incredibile. E poi è così piena di turisti che ti senti ancora più straniero di quello che sei, ma al tempo stesso è una città che mantiene la sua essenza".

SIMONE BARGELLINI