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Borja Valero: “Firenze la grande bellezza. Meglio della Champions”

Lo spagnolo: “Serve praticità. Babacar vi stupirà. Non parlo più con gli arbitri, se vedo Gervasoni…”

Redazione VN

Sulle colonne de La Repubblica troviamo un'intervista curata da Benedetto Ferrara a Borja Valero, lo spagnolo leader del centrocampo della Fiorentina dal suo arrivo dal Villarreal nell'estate del 2012. Eccone un estratto:

Una osservazione sulla Roma?

"Giocano bene. Ci somigliano. Per questo contro di loro soffriamo sempre un po’. E poi hanno fatto acquisti di livello. Però noi sappiamo chi siamo. E non temiamo nessuno".

Tornare all’Olimpico significa anche ripensare a quella notte da incubo. Una finale persa. Da tutti.

"Nessuno si ricorderà di quella serata come di una finale di coppa Italia. Non era calcio, solo paura e tensione. E un ragazzo ha perso la vita. No, quella non era una partita di pallone. Era follia".

E Gervasoni. Quelle tre giornate di squalifica per una mano appoggiata? Sì è ripreso?

"Ci ho messo un pezzo per farmene una ragione. Io da quel giorno non parlo più con un arbitro. Ma se ritrovo Gervasoni spero di chiarirmi".

E Pepito Rossi? I problemi al ginocchio non sembrano finire mai.

"Lui è forte e sta lottando. Noi abbiamo bisogno di lui, di quel Giuseppe Rossi che nella prima parte di campionato ci faceva svoltare ogni partita".

Una Fiorentina che vuole cambiare faccia.

"Sì, ora serve maggiore praticità".

Le favorite?

"Davanti vedo la Juve. Poi c’è la Roma. Il Napoli ha voglia di riscatto. E anche l’Inter potrebbe fare ottime cose. Tre posti in Champions sono pochi. Noi non incassiamo dalle tv quei soldi che servono per pagare certi stipendi. Però siamo ambiziosi. E la società sta facendo un grandissimo lavoro. Comunque l’idea di provarci dentro la nostra testa c’è. Sempre".

Sul ruolo di trequartista.

"Mi piace. E’ come tornare ragazzino con la maglia del Real. Non c’è storia: quando puoi stare più vicino alla porta ti diverti di più".

Lei ha deciso di restare a Firenze a vita. Eppure la volevano in tanti.

"Sì, società che ora sono in Champions. Ma io e mia moglie ci siamo detti: ma la qualità della vita quanto vale? Non c’è prezzo. Meglio Firenze, dove la gente ci tratta col cuore mentre cammini nella grande bellezza".

Infine lo spagnolo incorona Babacar

"Lui è pronto per la serie A. E anche per stupirvi, ne sono sicuro".

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