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Bonaventura, l’ex col dente avvelenato: la vendetta è un piatto che va servito freddo

GERMOGLI PH 14 SETTEMBRE 2020

Bonaventura ha voluto bene al Milan, avrebbe voluto continuare l'avventura in maglia rossonera, ma il Diavolo ha deciso di non rinnovargli il contratto. Tornerà a San Siro, la sua casa per sei anni, col dente avvelenato

Stefano Niccoli

Una lenta camminata fino alla trequarti, qualche secondo a testa bassa, poi lo sguardo in alto, in un Meazza desolatamente vuoto. Il primo agosto Giacomo Bonaventura salutava i colori rossoneri. San Siro è stata la sua casa calcistica per sei anni, dal 2014 al 2020. Una lunga storia d’amore, nata quasi per caso dopo il mancato scambio Zaccardo-Biabiany.

Quel sabato sera il Milan batté il Cagliari per 3-0 all’ultima giornata di campionato. Autogol di Klavan e reti di Ibrahimovic e Castillejo. Il passaggio per il tris dello spagnolo fu proprio dell’attuale calciatore viola. Vittoria tanto bella quanto inutile: quattro punti distanziavano il Diavolo dal quinto posto che avrebbe evitato alla formazione di Pioli i preliminari di Europa League.

 Foto ripresa da Twitter

Bonaventura è stato uno dei pochi a salvarsi in questi anni di mediocrità rossonera. Se nel dicembre 2016 a Doha il Milan ha vinto la Supercoppa Italiana contro la Juventus, parte del merito è da attribuire proprio a Jack, autore del gol del pareggio su assist di Suso. Il classe 1989 ha sempre dato tutto per quei colori, ma si sa, la riconoscenza non fa parte del mondo del calcio. Niente rinnovo del contratto. Arrivederci e grazie. Fosse stato per lui, avrebbe continuato a indossare la maglia del Diavolo. “Potevo dare ancora tanto. Ho capito che le valutazioni su di me erano cambiate quando mi sono infortunato al ginocchio. Dovevo operarmi, stare fermo fino al termine della stagione e ricominciare con un solo anno di contratto davanti. Una società che ha fiducia in te, ti sottopone il rinnovo appena vede che hai ripreso l’attività. Nel mio caso non è successo. Ci sono state mezze parole, niente di più. Forse è cambiato lo stile Milan. Dopo la gara contro il Cagliari ho fatto due passi, ho visto lo stadio come mai mi era capitato: vuoto. E vuoto sembra ancora più grande. Poi mi sono inginocchiato. È stato un momento di intimità tra me e San Siro”, ha raccontato il 22 agosto a Sportweek.

Qualche settimana da svincolato prima dell’approdo a Firenze l’8 settembre. Fin qui non ha reso secondo le aspettative. Colpa anche di qualche incomprensione tattica con Iachini, delle difficoltà della squadra e del guaio fisico che lo ha costretto a saltare le gare contro Benevento e Udinese. Ora Jack è guarito e domenica dovrebbe giocare trequartista alle spalle di Vlahovic e Ribery. Ha voluto bene al Milan, ma tornerà al Meazza, la sua vecchia casa, col dente avvelenato.

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