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Bernardeschi, fra timidezza e profilo basso

In conferenza Bernardeschi è stato molto tranquillo e "sobrio". In campo potrà far valere la sua capacità di ricoprire più ruoli, caratteristiche che piace a Conte

Stefano Niccoli

A Coverciano i riflettori sono puntati tutti o quasi su di lui. Il “lui” non può che essere Federico Bernardeschi.

Il talento di Carrara si è preso la scena nel secondo giorno di raduno della nazionale italiana. E' stato lui, infatti, a parlare ai giornalisti dopo Florenzi. Una conferenza sobria, tranquilla, quella del numero dieci gigliato (LEGGI LE SUE PAROLE). L'ex Crotone ha ringraziato la Fiorentina e Paulo Sousa e ha sottolineato come la sua duttilità possa essere un'arma in più per il suo percorso con la maglia dell'Italia. Un aspetto, quello di saper ricoprire più ruoli, che Conte ha messo in evidenza lunedì. Insomma: nessun titolo ad effetto per la stampa presente al centro tecnico federale. Strano per uno come Bernardeschi, ragazzo sveglio, intelligente e mai banale. Normale, però, se si considera la situazione. In Fede, dunque, ha prevalso la timidezza, assolutamente lecita. Il classe 1994 non ha voluto dare troppo nell'occhio, ha preferito tenere un profilo basso, testimoniato anche dalla scelta di non indossare, contro Spagna e Germania, una maglia pesante come la numero dieci (LEGGI QUI). Introverso, riservato, di poche parole, ma concentrato al cento per cento sul campo, pronto a sfruttare l'occasione concessagli dal commissario tecnico: la sensazione che si è avuta di Bernardeschi in questi due giorni di ritiro è stata questa. Gli elogi nei suoi confronti non sono mancati in stagione. Per questo motivo il carrarino sa che dovrà far parlare il rettangolo verde.

Dopo pranzo gli azzurri si sono riuniti per una seduta video di circa un'ora per preparare al meglio la gara contro la Spagna. A testimonianza di come Conte non voglia lasciare niente al caso, anche se nelle prossime due partite non ci saranno punti in palio. Intorno alle 17 tutti in campo per il secondo allenamento di giornata, aperto ai giornalisti per quindici minuti. Prima, però, foto e autografi ai presenti, tra cui un bambino già “immerso” completamente nel mondo del pallone, come testimonia – ahinoi – la sua fede juventina. Emblematico, in tal senso, il breve scambio di battute con Bonucci: “Fai un gol alla prossima partita della Juve”, le parole del piccolo bianconero. “Speriamo”, gli risponde il difensore della Vecchia Signora. Non è mancato, però, il saluto del nostro Berna al supporter di "piccola taglia" (GUARDA IL VIDEO).

Nessuna indicazione tattica, durante il quarto d'ora aperto alla stampa, su quale modulo potrebbe utilizzare Conte contro la Spagna (possibile il 3-4-3 con Federico esterno d'attacco). Sotto lo sguardo di giornalisti, fotografi e cameraman, gli azzurri si sono limitati ad allunghi, mobilitazione degli arti inferiori e torelli. Bernardeschi, inserito nel gruppo di Astori, è stato il primo ad “andare nel mezzo” per recuperare il pallone. Un messaggio chiaro di “nonnismo” quello mandato dagli azzurri più navigati al talento di Carrara.

La parola, adesso, passa al campo. E' lì che il numero dieci viola dovrà dare le risposte giuste.