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Bernardeschi dalla Primavera a oggi: in quale ruolo contro l’Atalanta?

Tra errori e prodezze, alla ricerca del ruolo perfetto.

Paolo Mugnai

La prima volta che abbiamo personalmente visto giocare Federico Bernardeschi è stata nel Campionato Primavera. Sostituì Acosty infortunato. Il paragone fu tutto a sfavore dell’italiano. Il ghanese era il titolare indiscusso della fascia destra nel 4-3-3 e quel biondino esile, così lontano fisicamente dal Federico di oggi, si trovò spesso a sbattere inutilmente contro l’avversario di turno che lo sovrastò. Condizionati forse anche dall’aspetto esteriore - la fame nera dell’Africa contro la piccola borghesia dal ciuffo estetico – votammo in una nostra personale classifica a favore di Acosty. Eppure di quella partita, nefasta apparentemente per il giovinotto italico di belle speranze, ci è rimasta impressa anche un’altra immagine. Più Federico sbatteva, perdendo il pallone, contro l’avversario e più lo rincorreva. Mai domo, per nulla scoraggiato dal confronto, a nostro errato avviso, irrimediabilmente perduto. Altre due foto ricordiamo di Bernardeschi. Una è il rigore sbagliato agli ottavi di una Coppa Carnevale di Viareggio che decreta l’uscita di scena della Fiorentina nella lotteria dei penalty, con il conseguente dispiacere del ragazzo che si avvia lentamente verso gli spogliatoi. L’altra è il gol realizzato direttamente dal calcio d’angolo nell’ultima partita giocata in Primavera a fine agosto prima di trasferirsi in Serie B al Crotone dove si sarebbe rivelato a sorpresa, tanto da essere convocato dall’allora ct Prandelli per uno stage della Nazionale.

Ecco, tutto questo per concludere che a nostro avviso, spesso errato come già abbiamo detto, Bernardeschi renderebbe meglio in uno schema diverso dal 3-4-2-1 adottato da Paulo Sousa. Giocando coi numeri e volendo schierare dal primo minuto in coppia Kalinic e Babacar, ci piacerebbe vedere Bernardeschi esterno destro in un 4-2-3-1 con Babacar finalizzatore (e Kalinic dietro) considerando anche l’abitudine di Sousa di giocare con una sola punta.

Infine, dati i suoi 22 anni come un marmo di Carrara ancora da sgrezzare compiutamente, Bernardeschi avrà di sicuro la possibilità in un prossimo futuro di ricoprire il ruolo da lui nell’intimo ambito, ovvero il trequartista. La tenacia non gli manca. Come in quella lontana partita nel Campionato Primavera quando il pallone non sembrava tenerlo mai eppure lo rincorreva sempre.