Bentornato Mario Gomez

È tornato dopo tantissimo tempo che tutti lo aspettavano. Ed è tornato proprio nella partita più importante, contro l'avversario più "avversario" di tutti, nello stadio in cui la Fiorentina non era mai riuscita a evitare la sconfitta (almeno da quando si chiama Juventus Stadium). È tornato Mario Gomez.

È tornato con un gol che possono segnare solo gli iniziati del gioco e del ruolo, quelli che la porta la sentono come fosse parte integrante di loro stessi. Perché un gol come quello non lo fai se non hai dentro di te qualcosa di speciale, che ti rende un vero e proprio animale da area di rigore. C'era chi aveva avanzato dei dubbi dopo alcune prestazioni poco brillanti al rientro dall'infortunio. Lui aveva solo chiesto tempo e pazienza prima di rivederlo a gonfiare la rete (LEGGI QUI). Alla  fine è bastato aspettare una delle sfide più importanti e decisive della stagione, contro la Juventus negli ottavi di finale di Europa League. Ed è tornato anche in bello stile, mettendo la firma su una pregevole giocata.

Lancio di Ilicic difficile da controllare, ma lo sloveno non poteva far altro per mettere la palla lì dove nessun giocatore della Juventus potesse intervenire. Ecco allora che Mario allunga il gambone, controlla con l'esterno del piede e la sfera resta lì dove deve stare, vicina quanto basta per averla ancora a disposizione. Buffon esce nel disperato tentativo di coprire la porta, ma lo fa invano. Non servono pallonetti o dribbling al bomber tedesco, solo un educato tocco nel momento in cui il portiere della nazionale si sta buttando a terra. In quel pertugio la palla passa e, inesorabile, varca la linea di porta. E' l'1-1. Il risultato definitivo con firma d'autore.

Ora che è tornato a segnare, basterà per ritenerlo definitivamente guarito e con l'infortunio alle spalle. Forse no, meglio aspettare qualche altra buona prestazione e gol, soprattutto al Franchi dove il 33 non ha ancora mai segnato. Intanto tornare nel tabellino della gara alla voce "Marcatori" e non a quella "Sostituzioni" è una enorme differenza.

LORENZO BENEDETTI

twitter @LbBene