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Benedini a VN: “Io e Bernardeschi, dal Ponzano alla Fiorentina. Quanta strada e sacrifici insieme”

Giacomo Benedini è cresciuto insieme a Bernardeschi, dal Ponzano alla Fiorentina: le loro strade si sono separate ma il rapporto è quello di un tempo...

Stefano Rossi

Era il 2003 quando la Fiorentina di Giovanni Galli, Leandro Leonardi e Ilario Saturni decise di prendere Giacomo Benedini e Federico Bernardeschi dal Ponzano, squadra satellite dell'Empoli più che dei viola. I due bambini (nella foto Benedini è l'ultimo in alto a destra e Bernardeschi il secondo a sedere da sinistra) di Carrara all'epoca avevano solo nove anni e hanno iniziato insieme il percorso nel mondo del calcio. Oggi Giacomo è un difensore della Carrarese oltre che grande amico di Federico. Si sentono spesso e si confidano come quando ogni giorno raggiungevano Firenze insieme per allenarsi. La felicità di Benedini per i successi dell'amico è spontanea e la potete scorgere nell'intervista esclusiva che Violanews.com ha realizzato con lui:

Giacomo, ricordi quando vi chiamarono alla Fiorentina?

“Come ci si può dimenticare. Fu una bella emozione per entrambi, sia per me che per Federico. Avevamo solo 9 anni e per la prima volta ci allontanavamo da casa. Era molto presto farlo a quell'età".

Come fu il vostro impatto col mondo della Fiorentina? 

“Provai subito una bella sensazione, dalla cura dei dettagli si vedeva che puntavano sui giovani. Fin dal primo giorno mi sono trovato a mio agio e ho passato quattro anni magnifici".

E poi?

"Poi vennero alcuni osservatori dell'Inter a vedere le nostre partite e mi chiesero se a quattordici anni volevo andare da loro. Decisi di accettare e dopo tanto tempo posso dire che fu una scelta corretta. Vincemmo uno scudetto ed eravamo un bel gruppo, ero contento. Nella mia carriera ho avuto anche un grave infortunio. Ero il 2014 e sono stato fermo sei mesi per via di un incidente: con fatica e impegno ho ripreso ad allenarmi. Oggi gioco nella Carrarese, la squadra della nostra città. Ho giocato anche nel Pisa ma quello non era l'ambiente giusto per me, forse la scelta di andare lì è l'unico mio rimpianto".

Con Federico che rapporto hai adesso e hai avuto in passato?

"Ci sentiamo spesso, non dico tutti i giorni ma quasi. Abbiamo passato tanto tempo insieme, fino a che non abbiamo compiuto dodici anni tutti i giorni sua mamma ci portava avanti e dietro agli allenamenti. Stavamo sempre insieme, vivevamo il quotidiano insieme da calciatori fuori sede. Posso dire che nel settore giovanile siamo stati migliori amici, anche quando avevamo un pulmino della Fiorentina che ci veniva a prenderci per portarci al campo di allenamento. Oggi, quando può, torna a Carrara e ci vediamo. Cinema e videogiochi? No, abbiamo così poco tempo per stare insieme che preferiamo aggiornarci sulle nostre vite".

Come definiresti Federico sotto il profilo caratteriale?

"E' un ragazzo solare, ti sa coinvolgere in tutti i momenti nelle sue cose. Ha doti umane profonde. Si vedeva che non era uno come gli altri e sta raccogliendo i frutti dopo anni di sacrifici e lavoro. Il successo è tutto merito suo e della famiglia che lo ha seguito passo dopo passo. Sono davvero felice che si stia godendo questo momento felice".

Cosa gli consigli e auguri?

“Di rimanere sempre com'è. Spero che possa fare sempre e di continuare la sua carriera in crescendo. Al momento si trova nella Fiorentina che è l'ambiente giusto per farlo crescere e diventare un grande calciatore. Gli auguro anche di passare l'estate in Francia agli Europei: ha tanta concorrenza ma so che Conte lo segue. Se lo dovesse chiamare, il Ct si troverebbe un grande valore aggiunto in rosa".

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