Oltre a portare in cascina i primi sei punti della stagione, le gare contro Chievo e Udinese hanno contribuito a rendere più chiara la struttura della Fiorentina 2.0 targata Stefano Pioli. «Abbiamo potenziale per giocare un calcio verticale, veloce», ha detto il tecnico nel post della prima uscita ufficiale. Una necessità, al netto delle partenze delle due teste pensanti per eccellenza (quelle di Badelj e Saponara), trasformata in virtù. In mezzo al campo, in attesa di Veretout, l'intelligenza e l'esperienza del croato sono state sostituite da Fernandes, più propenso ad osare con palloni lunghi e meno a suo agio nella schermatura. È appena un undicesimo, ma rappresenta un cambiamento molto significativo.
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Benassi, Biraghi e la fluidità del 4-3-3. Così è partita la Fiorentina di Pioli 2.0
I movimenti dei due Azzurri si sono rivelati decisivi nelle prime due uscite ufficiali, ma non sono gli unici dettagli di una Fiorentina nuova... a metà
Tra le cose che funzionavano e che continuano a funzionare emergono la versatilità di Benassi e Biraghi, i due giocatori che più di tutti, con i loro movimenti, garantiscono al sistema di gioco l'imprevedibilità necessaria per disorientare l'assetto difensivo degli avversari. Entrambi, a testimonianza di ciò, sono stati tra i primi per chilometri percorsi sia contro il Chievo che contro l'Udinese. Benassi si sta completando, lo ha detto Pioli e lo ha mostrato lui stesso sul campo: si allarga e stringe al centro, complementare a Chiesa, con l'immediatezza che gli è mancata nei primi mesi della scorsa stagione. Biraghi, dall'altro lato, è l'ago della bilancia vero e proprio: quando la squadra attacca si alza sulla linea del centrocampo con continuità ancora maggiore rispetto ad un anno fa, e sia contro il Chievo che contro l'Udinese è stato il terzo viola con più palloni giocati all'attivo.
Nelle prime due uscite la Fiorentina ha mostrato in modo netto due facce: si è difesa con un lineare 4-3-3, ma ha sempre attaccato con una difesa a 3 e una sorta di quadrilatero di centrocampo formato da Gerson e Fernandes sotto e Benassi ed Eysseric sopra. Un sistema di gioco apparso più definito, ma che prosegue nel solco di quanto visto durante lo scorso anno. Di contro è lecito aspettarsi qualcosa di leggermente diverso in futuro per un paio di ragioni. Anzitutto il ritorno di Veretout, che si è guadagnato la fiducia di Pioli in quella casella soprattutto per la sua diligenza. Insomma, non è detto che la sua tendenza al gioco in verticale sia la stessa di Fernandes. In secondo luogo va pesato il valore degli avversari, perché sebbene la Fiorentina di oggi sia un collettivo più sicuro di sé, resta difficile immaginare che Napoli e Sampdoria si limitino alla produzione offensiva di Chievo e Udinese. Così, intanto, funziona la (seconda) Fiorentina di Stefano Pioli.
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