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Benalouane e il déjà vu con Nuno Gomes e Marco Rossi

Questa mattina la notizia della messa in mora della Fiorentina da parte di Benalouane. E d'un tratto la memoria torna a quattordici anni fa

Stefano Niccoli

“Benalouane mette in mora la Fiorentina”. Con questa notizia si è risvegliata oggi Firenze (LEGGI QUI). Non certo un bel modo di iniziare la giornata per chi ha la squadra viola nel cuore. E' probabile, leggendo l'articolo de La Gazzetta dello Sport, che la mente di alcuni tifosi sia tornata al 2002.

In quell’anno furono Nuno Gomes e Marco Rossi a mettere in mora la Fiorentina di Vittorio Cecchi Gori, poi fallita al termine della stagione. A gennaio i due chiesero la rescissione del contratto, lamentando il mancato pagamento di circa venticinquemila euro in premi partita. Il gesto fu visto come la rottura di un patto d’onore dai compagni e un tradimento dai tifosi. L’allora direttore sportivo viola Giuseppe Pavone ci andò giù duro nei confronti del portoghese e dell’italiano: “Questa è una vigliaccata. Pensavamo di avere un gruppo unito e invece è chiaro che Nuno Gomes e Rossi non sposano più la causa della Fiorentina e come logica conseguenza da questo momento sono da considerarsi sul mercato”.

Nell’ottobre 2001 club e giocatori raggiunsero l’accordo per il pagamento dei premi per la vittoria in Coppa Italia e per la qualificazione Uefa. Quei soldi sarebbero stati divisi sulle dieci rate successive degli stipendi, con un aumento di circa 25mila euro a testa. La situazione economica della Fiorentina, però, precipitò e i giocatori chiesero la messa in mora. Cecchi Gori, tuttavia, riuscì a bloccare il provvedimento pagando i vecchi contratti e non quelli con le rate dei premi.

La “guerra” tra Nuno Gomes e Rossi da una parte e la Fiorentina dall’altra terminò a febbraio quando i giocatori ritirarono lo stipendio.

E’ chiaro che la situazione di adesso è molto diversa da quella di quattordici anni fa. La Fiorentina, come spiegato dall’avvocato Mattia Grassani, non dovrebbe rischiare nulla (LEGGI QUI). A Firenze, però, il termine “messa in mora” evoca cattivi ricordi.

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