Il giornalista Marco Bellinazzo, firma autorevole de Il Sole 24 Ore, è intervenuto su Radio Toscana:
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Bellinazzo spiega: “Commisso ha ragione, ma sbaglia su un punto fondamentale”
L'intervento chiarificatore sulle plusvalenze e sulle istanze del presidente della Fiorentina
“Caso plusvalenze? Con la crescita delle plusvalenze, sono cresciuti gli ammortamenti, ovvero il costo del cartellino di un calciatore spalmato sugli anni del contratto del giocatore. Questi ammortamenti, nel calcio italiano nel 2020, hanno sforato per la prima volta il miliardo di euro. Sono cifre che grandi club come la Juventus, che ha alle spalle un colosso come Exor, possono riuscire a ripianare (i bianconeri hanno fatto un aumento di capitale di 700 milioni di euro nel 2019), mentre club più deboli, che si prestano a questi “scambi” di giocatori nelle “plusvalenze specchio”, poi si trovano a non poter reggere economicamente.
La plusvalenza non è vietata, né una pratica illecita di per sé. Anzi, ci sono squadre, come l’Atalanta, che ne fanno un caposaldo economico del club. Il problema sorge quando la plusvalenza serve per aggiustare il bilancio. Questo succede quando due squadre, ad esempio, si scambiano due calciatori per un valore economico simile, mettono a bilancio un ingresso economico immediato e spalmano invece le uscite negli anni successivi, senza che si muova un euro.
Il presidente della FIGC Gabriele Gravina vorrebbe fare delle regole che penalizzino queste operazioni “a specchio”. Il problema è che un’eventuale regola di questo tipo sarebbe facilmente aggirabile: basta scambiarsi due giocatori con simile valore economico del cartellino in due sessioni di mercato differenti. Poi diventa difficile stabilire quali plusvalenze sono reali e quali sono invece collegate tra loro, quindi “fittizie”. A mio avviso bisognerebbe individuare delle regole che non penalizzino chi fa plusvalenze genuine e che invece limitino il vantaggio contabile della plusvalenza: ad esempio si potrebbe spalmare il valore della plusvalenza nello stesso periodo di militanza del calciatore in quella determinata squadra. Solo che servirebbero dei cambi dal punto di vista legislativo, prima che sportivo, e dopodiché coordinare il tutto con la UEFA, per non penalizzare i club italiani rispetto a quelli europei: non facile. Ci deve però essere la ferma volontà di evitare certi abusi, tra tutti i club. Ma la sensazione è che ad alcuni club convenga mantenere cosi le cose e abusare di questo strumento.
Commisso? Si lamenta del fatto che lui rispetta le regole, mentre altri no. Fa bene nella sua battaglia sulla maggior limpidezza economica dei club. Però sbaglia quando dice che non tutti rispettano le regole: vengono rispettate le regole che ci sono, il problema sono le regole stesse e la loro interpretazione”.
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