Ogni estate sempre la solita solfa: stagione da comprimario, buone prestazioni condite da momenti di forma disarmanti, gol, errori. Delle buone medie realizzative ma che sembrano non bastare mai. E quell'etichetta di promessa che fatica a mantenersi, con l'idea che la stagione successiva sarà quella buona.
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Babacar, ora o mai più
Con la probabile partenza di Kalinic in estate, il senegalese avrà finalmente l'opportunità di essere la punta titolare della Fiorentina
Doveva essere due anni fa, per Babacar, la stagione della verità. Era il prescelto per l'attacco del neo arrivato Sousa, che però consigliò a Pradè il croato Kalinic, che secondo tutti sarebbe stato secondo nelle gerarchie, dietro proprio al numero 30 viola.
Adesso, con Nikola che sembra in uscita, la questione si sta ripetendo: il classe 1993 sembra di nuovo il prescelto attorno a cui costruire il reparto avanzato (insieme a Chiesa, ovviamente).
Di pari passo con queste idee, però, si muove il mercato, con diversi nomi in orbita viola: Simeone, Lapadula (nell'affare Kalinic), Pavoletti. Non attaccanti abituati a stare in panchina. Il più seguito è il Cholito, che ha vissuto un inizio di stagione roboante con il Genoa, seguito da un girone di ritorno sotto tono, sulla scia però di tutta la formazione rossoblu: 12 reti alla prima esperienza in Italia e una quotazione, quella del Grifone, da 15 milioni, che potrebbero salire in caso di aste. Il nome di Pavoletti viene riproposto periodicamente, ma a non convincere è l'alto stipendio che percepisce a Napoli, mentre Lapadula è un nome che non è mai stato davvero preso in considerazione. Diverso il discorso per Vlahovic, acquistato ma lasciato in prestito al Partizan Belgrado per farlo crescere ancora.
Ma se dovesse arrivare uno dei sopracitati, quale sarebbe il destino di Khouma? Raccogliendo le briciole lasciate da Kalinic ha segnato 14 gol in 31 gare, quasi mai per intero, dimostrando di avere il fiuto del gol dei grandi, e la curiosità di vederlo all'opera per una intera stagione da protagonista è grande, ma resta la paura di avere un attaccante che non ha mai dimostrato la costanza richiesta. Potrebbe rivelarsi un bomber di razza, mantenendo la sua media realizzativa e rendendo inutile una spesa ingente per il sostituto, oppure cadere di nuovo nel baratro dell'eterna promessa, sorpassato proprio dal sostituto trovato sul mercato.
Difficile, quindi, prevedere il futuro riservato al centravanti cresciuto nel settore giovanile viola, da cui ormai è doveroso aspettarsi qualcosa in più, anche solo per ripagare tutta l'attesa di Firenze, che non vede l'ora di cogliere il frutto della pianticella piantata molto tempo fa.
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