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Babacar e i due provini per convincere la Fiorentina a prenderlo

Dapprima scartato, il senegalese aveva la Fiorentina nel destino. E il Genoa vide svanire l’acquisto…

Redazione VN

Non è la classica storia del centravanti a cui sono spariti i gol, qui sparì proprio il centravanti. È l’inverno del 2007, viene denunciata la scomparsa di un giovane calciatore senegalese. Ecco dov’era finito.

Mesi prima una spia spifferava un nome all’orecchio di Pantaleo Corvino, allora d.s. della Fiorentina. Il problema (della spia) è che non era considerata così...attendibile. La fiducia alla fine concessa originava da una doppia motivazione: la spia insisteva e c’era il patto dell’ultimo bonus. Fosse stato scarso anche questo... Quattro occhi viola si sistemano a bordo campo, il giovane talento senegalese viene schierato insieme ad altri baby viola e alla fine...scartato. La storia di Babacar con la Fiorentina non inizierà qui. Della spia che lo aveva segnalato si può pure cancellare il numero di cellulare.

Passano mesi, e nella sede viola arriva un’altra chiamata: stavolta l’interlocutore gode di ampia stima. Segnala un giovane bomber senegalese, cresciuto in una scuola calcio di Fuerteventura, e a chi è capo del settore giovanile della Fiorentina dice più meno così: «Solo un attimo, guardalo solo un attimo. Altrimenti siamo già pronti a firmare con un altro club di Serie A». Provino organizzato, trasferimento (all’altro club) saltato: Corvino, stavolta spettatore diretto, stoppa l’allenamento e convoca tutti in sede. Babacar diventa viola e a Genova ne denunciano la scomparsa: per tre giorni Baba non aveva dato notizie. L’attesa rossoblù (il club che lo aspettava, si saprà dopo, era il Genoa) diventerà rimpianto. Il finale della storia però è un altro: la prima spia, che ora chiama per rivendicare i meriti, è reintegrata. Per i due osservatori viola che non avevano appuntato il nome del talento arriva invece un periodo di sospensione...

Baba-car... A Torino (viola senza il tridente Rossi-Gomez-Cuadrado, e sotto dopo il gol di Quagliarella), è stato Baba a rimettere i conti in pari. Lui che ama l’hip-hop, che è amico di Balotelli con cui spesso si sfida a ping-pong, lui che ha parcheggiato la Chevrolet Camaro bianca per fare spazio a mezzi meno appariscenti, lui che si ispira a Drogba, Eto’o, Adebayor e Ibrahimovic. Lui che dopo il primo gol in Serie A (a 17 anni e 3 giorni, il settimo più giovane marcatore di sempre) restò tre ore al telefono con i genitori (che nel frattempo avevano organizzato a Thies, Senegal, un party con decine di invitati), che a scuola aveva una sola materia preferita (educazione fisica), che prega molto (è musulmano), che vedrebbe altre mille volte Il Gladiatore , film preferito. Babacar che parla spagnolo (tre anni fa è stato in prestito al Racing Santander, otto uscite senza gol) e che in Serie B ha perfezionato la lingua universale del gol (solo uno in sedici gare a Padova, due stagioni fa, addirittura 20 in trentanove partite l’anno scorso, da titolare indiscusso del Modena). Oggi Baba è la salvezza viola, altro che sparito.

La Gazzetta dello Sport