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Atalanta-Fiorentina, cosa tenere e cosa lasciare dopo l’ennesima non vittoria

Brevi riflessioni non richieste sul pari viola al "Tardini"

Stefano Fantoni

"COSA TENERE

"1) Chiesa e Ribery: la coppia di non centravanti stavolta funziona più che bene, segnando le due reti dell'illusione. Se due indizi fanno una prova, vale la pena insistere su questa strana coppia.

2) Castrovilli: ormai è una certezza, nonché l'unico centrocampista che non ha mai sbagliato una partita da inizio campionato. Prossime tappe: rinnovo e Nazionale.

3) Caceres: il 'sempre rotto', come avevano frettolosamente provveduto a definirlo alcuni, è il centrale più solido della rosa viola. E anche a Parma lo ha confermato.

4) Dalbert: meno scintillante rispetto alla gara contro la Juventus, ma tra i più positivi anche contro l'Atalanta.

5) I primi ottanta minuti: una Fiorentina capace di soffrire e di colpire con cinismo e intelligenza. Poi...

"COSA LASCIARE

1) Gli ultimi dieci, drammatici, minuti: tre gol incassati, blackout improvviso, una vittoria scritta che diventa l'ennesimo pareggino che non serve a niente e lascia la Fiorentina sul fondo della classifica.

2) I cambi di Montella: obbligati, ok, ma potevano essere diversi. Magari Sottil e Ghezzal e non Boateng e Vlahovic per non cambiare la fisionomia dell'attacco. A posteriori, però, è semplice parlare.

3) Venuti: in affanno clamoroso per quei pochi minuti giocati. Non il miglior ingresso per mettere in difficoltà Montella.

4) Milenkovic-Pezzella: passo indietro rispetto all'ottima gara contro la Juventus, troppi duelli persi contro gli avanti nerazzurri.

5) Pulgar: stavolta il cileno prende una mezza stecca, non sempre preciso e dinamico come nelle precedenti uscite stagionali.

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