E' stato il capitano della Fiorentina nella stagione della prima rinascita, in quel 2004/05 che finalmente rivide i gigliati in Serie A dopo due annate di purgatorio tra C2 e Serie B. Luca Ariatti ha guidato alla salvezza la viola nel suo primo anno dopo il ritorno in massima serie e ora - ai microfoni di Tuttomercatoweb.com - commenta questa Fiorentina che sembra alle prese con una nuova rinascita dopo gli anni difficili del post Prandelli.
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Ariatti: “Fiorentina, calcio alla spagnola”
E’ stato il capitano della Fiorentina nella stagione della prima rinascita, in quel 2004/05 che finalmente rivide i gigliati in Serie A dopo due annate di purgatorio tra C2 e …
Partiamo dalla partita di ieri contro la Juventus.
"La squadra mi ha fatto una grandissima impressione. Ha dominato il campo e la manovra. Stanno interpretando il calcio in maniera diversa rispetto a come si gioca abitualmente in Italia. E' un calcio alla spagnola, simile - con le dovute proporzioni - a quello del Barcellona. Tanti calciatori vicini, pallone mai buttato via e l'assenza di un prima punta di riferimento. Manca un attaccante di peso, Jovetic e Ljajic giocano spalle alla porta, ma questo non è per forza di cose un aspetto negativo".
Spiegati meglio...
Con una prima punta di peso, probabilmente, non potrebbero fare questo tipo di gioco".
Che squadra è questa Fiorentina?
"E' una grande squadra, ma ancora non grandissima altrimenti una partita come quella di ieri l'avrebbe vinta. E' riuscita finalmente a ricreare quello che c'era ai tempi di Prandelli. La Fiorentina nelle ultime tre stagioni era stanca, non c'era più entusiasmo. Ora, invece, l'entusiasmo è tornato e si vede. Il calcio italiano ha bisogno di sfruttare i suoi innumerevoli patrimoni. Firenze è tra questi, non è un caso che il Franchi è sempre pieno in questo inizio di stagione".
Quanto ha influito in tutto ciò il ritrovato entusiasmo dei Della Valle?
"In questa squadra c'è tanto di loro, ma - probabilmente - si vede ancora di più la mano di Pradé e Macía. In particolare di quest'ultimo posso dire che si vede poco, ma lavora tanto. Non è facile acquistare e convincere a venire in Italia calciatori come Borja Valero e Roncaglia. Del difensore argentino ora tutti ne parlano bene, ma prima lo conoscevano in pochi".
Dalla tua a questa Fiorentina. Qual è il filo conduttore che ha accompagnato la squadra viola negli ultimi anni?
"Sicuramente la passione dei Della Valle. Prima era più presente Diego, ora c'è Andrea ma la famiglia in questi anni ha dimostrato di essere sempre vicina alla squadra. Ci sono, poi, le emozioni di una piazza come Firenze. Se si riesce a creare con loro un determinato rapporto è capace di ripagarti con gli interessi".
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