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Arbitri di Champions League: che lingua parlano nelle partite ai giocatori?

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Nei match di Champions League gli arbitri utilizzano una sola lingua: l'inglese e devono quindi conoscerla molto bene.

Redazione VN

In campionati come la Champions League si riuniscono giocatori appartenenti a moltissime nazionalità differenti, che ovviamente parlano anche lingue diverse. Vi siete mai chiesti come riescano gli arbitri a comunicare con loro? Quale sia la lingua che il giudice di gara non può permettersi di ignorare per svolgere il proprio incarico? Probabilmente non ci avete mai pensato, eppure è fondamentale che gli arbitri siano in grado di comunicare senza problemi con tutti i giocatori, così come con gli allenatori delle differenti squadre. Scopriamo allora come funziona: quali sono le lingue che queste figure professionali devono necessariamente conoscere e in quali altri modi comunicano durante le partite. 

Inglese: la lingua di riferimento in Champions League

Gli arbitri di Champions League parlano una sola lingua durante le partite del campionato ossia l'inglese. Si tratta infatti dell'idioma più parlato in assoluto in Europa ed è quindi stato stabilito che sia questo quello convenzionale, utilizzato per comunicare durante i match con i vari giocatori, indipendentemente dalla loro nazionalità. Secondo delle indiscrezioni, alcuni arbitri avrebbero addirittura una propria insegnante madrelingua inglese online di riferimento, che consente loro di mantenersi costantemente allenati. D'altronde, conoscere l'idioma è uno dei requisiti fondamentali per svolgere tale lavoro e in un campionato come la Champions League non ci si può permettere di commettere errori banali. 

In realtà, sono state istituite delle vere e proprio regole in tal senso: tutti gli arbitri che oggi vengono selezionati per un campionato di calcio devono superare una prova sia scritta che orale d'inglese. Senza una buona conoscenza della lingua considerata internazionale, dunque, sarebbe impossibile ottenere questo prestigioso incarico. 

Gesti e simboli convenzionali

Anche se la conoscenza della lingua inglese è un requisito fondamentale per poter arbitrare durante il campionato di Champions League, è bene precisare che in realtà gli arbitri spesso e volentieri comunicano anche in altri modi con i calciatori e con i mister. Sono previsti infatti una serie di segni e simboli convenzionali che vengono adottati a livello universale in tutte le partite di calcio e che permettono a chiunque di comprendere quello che sta accadendo.  A tutto questo bisogna aggiungere la presenza dei cartellini, che facilita ulteriormente la comprensione delle dinamiche della partita anche per i tifosi: giallo per un'ammonizione, rosso per la squalifica. 

L'inglese rimane la lingua di riferimento per tutti i campionati

Al di là della Champions League, comunque, la lingua inglese rimane oggi quella di riferimento a livello internazionale, anche per i campionati al di fuori dell'Europa. Questo significa che sostanzialmente l'arbitro comunica con i giocatori sempre in inglese, persino durante i mondiali in occasione dei quali partecipano nazioni provenienti da tutto il mondo. Ciò d'altronde è l'ulteriore conferma che l'inglese è ormai considerata la lingua universale per eccellenza: quella che tutti dovrebbero conoscere per poter comunicare con le persone provenienti da altri Paesi. In Italia da questo punto di vista siamo ancora piuttosto indietro: sono ancora pochi coloro che conoscono bene l'inglese e solo di recente l'interesse nei confronti delle lingue straniere è aumentato in modo significativo.