Altri passaggi dell'intervista esclusiva di Alberto Aquilani al Corriere dello Sport - Stadio:
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Aquilani: “Non avrei mai creduto che Pradè…”
Altri passaggi dell’intervista esclusiva di Alberto Aquilani al Corriere dello Sport – Stadio: Parliamo del centrocampo. Cosa l’ha stupita? «Il fatto che in questa squadra non c’è nessuno predisposto al …
Parliamo del centrocampo. Cosa l’ha stupita?
«Il fatto che in questa squadra non c’è nessuno predisposto al recupero del pallone, intendo con scivolate, tackle. Insomma, di... cagnacci qui non ce ne sono. Eppure abbiamo quasi sempre il predominio nel possesso palla. Il Barcellona, tanto per scomodare un paragone importante, del resto insegna: anche senza centrocampisti di impostazione è possibile fare tutto».
E’ il miglior reparto in cui lei abbia mai giocato?
«Non so se sia il migliore, anche perché ho giocato con campioni veri in passato. Di sicuro questa è la squadra più tecnica, quella che fa del palleggio uno dei suoi punti di forza».
Lei, in estate, è diventato il simbolo dell’avvio di una nuova era in viola. Stavolta, infatti, ha detto sì.
«Sfatiamo questo tabù una volta per tutti. Lo scorso anno, quando parlai con Mihajlovic, io avevo già dato la mia disponibilità al trasferimento, ma ero stato molto chiaro: volevo un passaggio a titolo definitivo. Invece le basi erano quelle di un prestito con un riscatto prefissato a dodici milioni. Ecco perché non se n’è fatto di niente».
E Pradè come ha fatto a convincerla?
«A dire il vero io ero convinto di restare al Liverpool. Anche perché l’allenatore, Kenny Dalglish, mi aveva detto più volte di voler puntare su di me. Pradè, che conosco da quando ero alla Roma, mi ha chiamato e ha fatto tutto lui, è stato bravissimo».
E quando le hanno comunicato l’ufficialità del trasferimento che cosa ha pensato?
«Quando il direttore mi ha detto che mi aveva preso a costo zero onestamente ho stentato a crederci. Ho pensato solo una cosa: “come diavolo ha fatto?”. Ma l’ho detto, è bravissimo».
Perché ha detto sì alla Fiorentina?
«Perché abbiamo creduto ad un sogno: io da una parte, la società dall’altra».
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