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Antognoni e il suo Maradona: “Amici anche senza frequentarci. Noi avevamo scelto una squadra”

FLORENCE, ITALY - JANUARY 17: Diego Armando Maradona and Giancarlo Antognoni during the Italian Football Federation Hall of Fame ceremony at Palazzo Vecchio on January 17, 2017 in Florence, Italy.  (Photo by Gabriele Maltinti/Getty Images)

Antognoni parla del suo rapporto con Maradona

Redazione VN

La bandiera della Fiorentina e attuale club manager del club viola, Giancarlo Antognoni, è intervenuto in esclusiva ad Artemio su Radio Toscana per ricordare Diego Armando Maradona scomparso il 25 novembre 2020. Antognoni ha condiviso momenti indimenticabili, da capitano della Fiorentina e da campione del mondo con la nazionale italiana.

"I migliori anni della nostra vita. Gli anni '80, quando lui iniziava il cammino da calciatore in Italia. Ci siamo trovati anche fuori dal campo, per combinazione, per esempio al negozio di articoli sportivi in via Porta Rossa, in centro. Eravamo amici anche se non ci frequentavamo: c'erano amicizia e rispetto per il calciatore. Cosa ho pensato quando l'ho visto per la prima volta? Dicevo: come è possibile che riesca a fare tutto ciò? Eppure ci riusciva, per la sua tecnica era un giocatore completo nonostante la stazza fisica non ottimale. Ma segnava anche di testa!

Sia col Napoli che con la Nazionale era sempre il giocatore più difficile da marcare. Noi lo guardavamo nelle sue giocate, a volte inverosimili, che solo lui riusciva a fare. Rimanevamo abbagliati dal suo talento. Prima il calcio era più un divertimento e quando si andava in campo, ci si divertiva. Adesso è più una professione, un lavoro e i calciatori si adattano di conseguenza. Oggi il giocatore è diventato proprietario di sé stesso e forse si diverte di meno a giocare a calcio. Messi è l'erede di Maradona, sia fisicamente che tecnicamente, un giocatore imprevedibile. Il più vicino a Maradona è lui.

Non voglio giustificare Diego ma alcune brutte compagnie lo hanno portato in un percorso non adatto alla professione che fa. Ho conosciuto Maradona dentro il campo, rispettato sia dai compagni che dagli avversari. Le partite le vinceva da solo, anche se i suoi compagni si mettevano a disposizione al 100% per supportarlo.

Ci accomuna il  fatto di essere stati i giocatori più rappresentativi delle nostre squadre, dove i compagni si mettevano a disposizione dando tutto. Cosa direi a Maradona adesso? Che ha lasciato un vuoto in tutti noi. Per giocatori e tifosi ha lasciato qualcosa di unico, è riuscito ad unire tutte le tifoserie che sono sempre contro".

 (Photo by Bongarts/Getty Images)
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