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Ancora in affanno, ma con un alibi tattico

Anche contro lo Slovan Liberec, Badelj ha confermato di attraversare un periodo no. Le voci di mercato sul suo conto danno fastidio, anche se in Repubblica Ceca il centrocampo a tre non lo ha aiutato

Stefano Niccoli

Il centrocampo a tre, insieme alla difesa a quattro, è stata la principale novità tattica operata da Paulo Sousa nella partita contro lo Slovan Liberec (LEGGI LA NOSTRA ANALISI). A costruire il gioco, o a provarci per lo meno, ci ha pensato Badelj, schierato nella stessa posizione occupata da Pizarro fino a pochi anni fa.

Anche contro la modesta squadra ceca, il croato ha confermato di attraversare un periodo di appannamento. Non a caso è stato il peggiore per la stampa. Già da qualche settimana l’ex Amburgo è spaesato, lontano dai suoi standard abituali, lento, scolastico, poco aggressivo e dinamico e in difficoltà nel dettare i tempi della manovra. Un momento di affanno può capitare a qualsiasi calciatore, ma non c’è dubbio che le voci di mercato non aiutano Milan a rendere al meglio. E a proposito di Milan: il club rossonero lo ha da tempo messo nel mirino, ancor di più dopo l’infortunio occorso a Montolivo. Secondo i piani tattici di Montella, sarebbe proprio Badelj, invece che Fabregas, il sostituto ideale dell’ex viola. Probabilmente il Diavolo ci riproverà a gennaio per il classe 1989, nei confronti del quale alcuni tifosi della Fiorentina sembrano aver perso la pazienza. Se si è creato questo scenario, la colpa è anche dell’agente chiacchierone Dejan Joksimovic, personaggio che non gode della simpatia di Pantaleo Corvino (per conferma: guardare il video qui sotto).

Al momento Badelj è l’ombra di se stesso, ma può “godere” di un alibi tattico, se ci concentriamo alla gara contro lo Slovan. Il croato è stato impiegato come regista basso in un centrocampo a tre, “alla Pizarro”. Non è quello il suo ruolo perché rende meglio in una mediana a due, insieme ad un altro frangiflutti. I tifosi vorrebbero vedere Cristoforo al suo posto, ma Sousa ha parlato chiaro qualche settimana fa: l’uruguaiano non è l’alternativa del numero cinque viola. A Milan il compito di rialzarsi.

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