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Ancora Amauri: “Non sono finito e lo dimostrerò”

Questi altri passaggi dell’intervista di Amauri a Mediaset Premium, dove si ripercorre questa stagione: “Ero tornato da Parma alla Juventus con grande entusiasmo. Ma dopo due soli giorni di ritiro, …

Redazione VN

Questi altri passaggi dell'intervista di Amauri a Mediaset Premium, dove si ripercorre questa stagione: “Ero tornato da Parma alla Juventus con grande entusiasmo. Ma dopo due soli giorni di ritiro, la grande voglia di riscatto che avevo era completamente svanita. Mi sono ritrovato infatti ad allenarmi da solo a mezzogiorno, oppure alle due o alle tre del pomeriggio, sotto un sole a 35 gradi, fino a che non ce l’ho più fatta e ho chiesto alla società di potermi allenare con la Primavera. Ho provato anche a parlare due volte con Conte, ma è stato inutile: non ho mai capito il perché di tanto accanimento. Mi trattavano come se avessi fatto un torto a qualcuno, come fossi un giocatore marcio nello spogliatoio, quando io invece sono andato sempre d’accordo con tutti”.

Infine Amauri, ora alla Fiorentina, parla anche del suo tormentato rapporto con la Nazionale, a lungo conteso da Brasile e Italia: “Non mi sono mai pentito di aver scelto l’Italia. Anzi, ora che la vicenda è chiusa posso raccontare una volta per tutte la verità: sono stato io che ho rifiutato il Brasile. Quando Dunga mi chiamò in sostituzione dell’infortunato Luis Fabiano, dissi ad Alessio Secco, allora direttore sportivo della Juventus, che non volevo andare per aspettare la chiamata dell’Italia. Così, il giorno che Prandelli mi convocò fu uno dei più belli della mia vita: vestire la maglia azzurra per me vale molto più di uno scudetto. Avevo fatto tanti sacrifici e quando tutto sembrava andare per il verso giusto, succedeva sempre qualcosa di sbagliato. Ma non ho mai mollato e come vedete non mollo neppure adesso. Non sono un giocatore finito, ho ancora voglia di spaccare il mondo. E siccome mi conosco, so che ci riuscirò”.

SI. BARG.