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Amoroso: “Spalletti, Firenze è la piazza migliore. Fossi in Chiesa andrei alla Juve senza problemi”

Intervista-fiume dell'ex viola che parla a tuttotondo della Fiorentina

Redazione VN

Christian Amoroso, ex giocatore della Fiorentina, ha rilasciato un'intervista al portale footballnews24.it.

Il progetto-Fiorentina

"E’ stato costruito un progetto interessate, in rosa sono stati inseriti molti giovani e qualche ‘vecchio’ di esperienza. A Firenze non è mai facile, c’è un pubblico molto esigente e penso che quando si intraprendono nuove strade ci sia bisogno di essere chiari, ripartendo da zero cercando di fare qualcosa di importante con i giovani. Chiaramente, però, nell’immediato è difficile ottenere grandi risultati, bisogna chiedere alle persone pazienza, inoltre sarà fondamentale non cedere i ragazzi più importanti e promettenti. Trattenere Chiesa e Castrovilli sarebbe fondamentale, c’è da capire se la società può permetterselo dal punto di vista economico, magari vendendo questi due poi può comprarsene altri sette. Non è facile pensare di trattenere qualcuno, soprattutto controvoglia, può essere controproducente, la soluzione migliore sarebbe quella di essere chiari e capire cosa si voglia fare. La tifoseria, nonostante la possibile delusione per le future cessioni, vedendo un progetto serio, può stare tranquilla."

Chiesa

"Chiesa è un grande giocatore ed è molto giovane, deve fare esperienza. Secondo me sarebbe meglio se andasse in una big italiana al fine di non fare un salto troppo grande, potrebbe risultare controproducente. Se invece giocasse una stagione in una società comunque importante, come ad esempio Inter, Lazio o Juventus, allora poi avrebbe davvero coscienza di quello che è, puntando in seguito un top club europeo. Andarci direttamente, senza una tappa intermedia, non sarebbe una scelta corretta. Vedremo cosa succederà.

Io, se dovessi scegliere, sceglierei chiaramente la squadra più forte: la Juventus, è quella che ti offre l’occasione di metterti in mostra in un palcoscenico importante affiancato da grandi compagni, che ti fanno crescere molto. Il salto dalla Fiorentina alla Juventus potrebbe essere un problema a livello di tifoseria (ride, ndr), purtroppo la gente deve capire che essere calciatore è un lavoro e le bandiere non esistono più, ci sono degli interessi sia da parte dei calciatori che da parte della società. Abbiamo già visto che molte squadre, come ad esempio successo con Totti e Del Piero, quando non servi più ti danno un calcio nel culo rispedendoti a casa. Ognuno, dunque, deve fare i propri interessi, se fossi in Chiesa non mi farei problemi ad andare alla Juve perché avrebbe la possibilità di formarsi molto come giocatore. Avere poco spazio è un rischio che si può correre ma penso che sia più facile trovare spazio alla Juventus rispetto che nelle due spagnole, le partite sono tante e se una persona è convinta dei propri mezzi, riuscendo a dimostrare quello che vale, non ci avrà problemi a giocare. Se andasse alla Juve avrebbe tante occasioni per mettersi in mostra."

Allenatore

"Iachini non lo conosco bene come allenatore, ha conquistato ottimi risultati quando è subentrato e molto probabilmente l’impatto psicologico che ha avuto sulla squadra a livello caratteriale è stato importante. Dal punto di vista tecnico non riesco a valutarlo, sono convinto che se si dovesse lasciare Iachini alla guida della squadra dovrà essere lui a scegliere le pedine adatte perché ha bisogno di giocatori con determinate caratteristiche, soprattutto per quanto riguarda la funzionalità ed il carattere. Posso anche sbagliarmi, ma credo sia un allenatore più caratteriale che tecnico. Sono valutazioni che spetteranno alla società.

Credo che Spalletti tornerà ad allenare dalla prossima stagione e penso che la piazza migliore per lui sia quella di Firenze. E’ un profilo importante e i tifosi lo gradirebbero molto, se si spendono soldi per un grande allenatore si ha la garanzia di fare una grande annata. Spalletti arriva solo se arrivano giocatori importanti e potrebbe essere un ulteriore elemento di attrazione per coloro che vorranno andare a Firenze. E’ un investimento che se fossi la società proverei a fare, sempre se possibile."

L'esperienza da giocatore viola

“Ho giocato nelle giovanili, per poi esordire in prima squadra fino ad arrivare al fallimento della società. Sono rimasto a Firenze cinque anni e credo che la stagione più bella sia stata nel 1998/99, dove abbiamo conquistato il titolo di Campioni d’Inverno grazie ad un inizio di campionato straordinario. L’entusiasmo era alle stelle, durante il riscaldamento pre partite sembrava di volare grazie al forte sostegno dei tifosi, trasmettevano una carica incredibile. Ricordo con molta emozione anche l’anno della Champions League, giocare quella competizione è qualcosa veramente unico. Era una squadra piena di campioni, c’erano Olivera, Rui Costa, Batistuta, Heinrich, Toricelli, Di Livio e Edmundo. Quelli che ho vissuto di più sono stati Batistuta e Rui Costa, erano due giocatori formidabili, il primo sotto il punto di vista realizzativo era clamoroso, mentre il secondo era un uomo squadra, un uomo a tutto campo, chiedeva palla e riusciva a toglierti parecchie responsabilità, quando aveva la palla tra i piedi potevi stare tranquillo. Dal punto di vista qualitativo, però, il migliore in assoluto era Edmundo, quando è arrivato mi ha sorpreso molto sul lato tecnico”.

Batistuta era un leader silenzioso, riusciva a trasmettere la sua carica sia in allenamento che in partita, nonostante avesse alcuni problemi alle caviglie non l’ho mai visto saltare un allenamento, era sempre il primo ad arrivare e l’ultimo ad andarsene: è un grande esempio. Rui Costa, invece, era un leader anche al di fuori del terreno di gioco, era molto più comunicativo e cercava sempre di tenere il gruppo unito, sia da capitano che non. Edmundo, invece, è riuscito a colpirci tanto per il suo lato tecnico e caratteriale, ci sono stati diversi scontri che si sanno e che non si sanno, però quello che più mi ha stupito è che in campo era in grado di trasformarsi completamente sotto il punto di vista del carattere, mentre fuori era un ragazzo molto tranquillo e sereno.”

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