Sebbene sia arrivato a gennaio, si è conquistato quasi subito la stima e la considerazione non solo dei tifosi della Fiorentina, ma un po’ di tutti gli addetti ai lavori. Mohammed Salah rimane comunque per alcuni aspetti un personaggio misterioso, anche ma non solo per la sua riluttanza a concedersi ai media. L’unico modo per conoscerlo meglio è dunque rivolgersi a chi lo ha visto crescere, come calcaitore e come uomo, in Egitto.
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Alle radici di Salah. Parlano gli allenatori che lo hanno visto crescere
Un viaggio nei primi anni di Salah ricostruito da goal.com
“Salah arrivò all’Al Mokaweloon a 11 anni – rivela a Goal Hamdi Nooh, che lo allenò nella squadra Under 15 – e immediatamente ci dimostrò di essere un ragazzo a posto, educato e per nulla attaccabrighe, con un gran talento che parlava per lui. Ogni tecnico che ha lavorato con lui ha contribuito a formarlo e a lasciargli qualcosa, e sono fiero del fatto che Salah provenga dalla nostra accademia”
“All’inizio della carriera, Salah giocava da terzino sinistro nel 3-5-2, in un ruolo nel quale avevamo tanta concorrenza – ricorda Said Al Shesheni, che lo allenò nelle categorie Under 16 e Under 17 – Una volta giocammo contro l’ENPPI, vincemmo a sorpresa per 4-0, alla fine della partita tutti festeggiavano tranne Mohammed, che in un angolo piangeva per non essere riuscito a segnare. Lì realizzai quanto grande fosse la sua passione per il goal, e quanto fosse sprecato in quella posizione. Così decisi di spostarlo in una posizione più avanzata, e credo che quel momento fu il punto di svolta della carriera di Salah, perchè da lì alla fine della stagione successiva segnò qualcosa come 35 goal”.
Dopodichè, Salah andò a cercare fortuna in Europa: “Il vero professionismo è lì – dice Al Shesheni – perchè i giocatori sono seguiti, curati, sia in campo che nella loro alimentazione nel loro stile di vita. E’ evidente che Mohammed si sia sviluppato fisicamente da quando è in Europa, grazie a una vita da vero professionista”.
Anche Mohamed Abdelaziz Zizo, suo allenatore nella Under 14, sottolinea come fosse “un ragazzo disciplinato, sempre puntuale. In Europa, arrivò al Basilea e fece bene, veniva impiegato da seconda punta; mentre al Chelsea non ha avuto nè spazio nè reali possibilità. Per fortuna alla Fiorentina lo hanno impiegato nella maniera giusta, credo sia pronto per giocare in qualsiasi club. Spero un giorno di vederlo al Barcellona”. Intanto però è alla Fiorentina e i tifosi viola si augurano possa essere decisivo, a cominciare da stasera.
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