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Alban Lafont e la rivincita dei numeri uno… sperando sia la volta buona

Con l'acquisto del francesino, uno dei migliori dell'estate viola, Corvino si augura di aver colmato una lacuna emersa troppo spesso negli ultimi anni

Alessandro Bracali

Ivan, Cejas, Lupatelli, Frey, Lobont, Boruc, Viviano, Neto, Tatarusanu, Sportiello. E adesso, Alban Lafont. Eccolo qui, l'esercito dei portieri titolari dell’era Della Valle. Fino al maggio scorso, soltanto uno di loro aveva convinto davvero, entrando anche con pieno merito nei cuori del popolo viola, ovvero, naturalmente, Sebastien Frey. Tutti gli altri, chi più, chi meno, sono stati semplici comprimari in un ruolo dove, al contrario, la storia della Fiorentina ha raccontato attraverso i decenni elementi di grande spicco, che hanno fatto la fortuna non solo del club viola ma anche della Nazionale italiana. Tornando all’epoca dei proprietari marchigiani, l’unico che oltre a Frey, forse, avrebbe potuto lasciare un segno è Norberto Neto, se invece di accettare la proposta juventina (e il ruolo di riserva…) avesse preso in considerazione l’ottima offerta dell’allora ds gigliato Pradé.

Ma adesso si pensa solo e soltanto al presente, che porta il nome benaugurante di un altro francese. Il più giovane debuttante della Ligue 1 e titolare a poco meno di 17 anni del Tolosa: eccolo qui, il biglietto da visita di Alban Lafont. Su di lui, Pantaleo Corvino ha puntato forte, facendo un investimento importante e prelevandolo a titolo definitivo, caso raro di questa estate viola fatta di prestiti e diritti di riscatto. E dal canto suo, il giovane estremo difensore ha subito dato segnali incoraggianti. "Non ho mai visto un portiere di quell'età avere doti così spiccate", ha detto nei giorni scorsi il Cholito Simeone. Lafont ha rinunciato agli Europei Under 19 con la sua selezione per affrontare fin da subito il ritiro agli ordini di Pioli ed alla fine di questa fase di preparazione si può certamente affermare che sia stato uno dei migliori non soltanto tra i volti nuovi ma anche di tutta la squadra. Le premesse ci sono tutte per fare bene, ma adesso il giovane classe 1999 è atteso dal giudizio vero, quello delle partite ufficiali e della Serie A.

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