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A volte si deve andare in Germania, Paulo…

<i>A volte si deve andare in Germania, Paulo&#8230;</i>

Il Sassaroli avvisava: "Non si deve mai andare in Germania" ma Paulo Sousa e la Fiorentina hanno tabù da sfatare e l'obiettivo Europa da raggiungere

Stefano Rossi

"Non si deve mai andare in Germania, Paolo" diceva un beffardo Adolfo Celi, vestendo i panni del Professor Sassaroli, ad Alessandro Haber, malcapitato vedovo della pura Adelina. Correva l'anno 1982, pellicola Amici miei atto secondo. Pochi anni prima in Europa i viola erano stati fermati dallo Schalke 04 nell'antica edizione della Coppa UEFA, risultato che allungava la serie negativa viola in terra tedesca. Se poi si guardano tutti i precedenti viola da quelle parti (Clicca qui) si evince che sarebbe veramente meglio andare altrove a giocarsi le coppe europee. Il sorteggio però ha voluto così. La Fiorentina in mattinata si è imbarcata per Colonia e nella serata di domani affronterà il Borussia Monchengladbach.

I viola dovranno fare a meno del giovane Chiesa che è squalificato. Al suo posto ci sarà Tello e un lanciatissimo Bernardeschi che invece salterà la partita di domenica sera contro il Milan. Più che ricchezza economica, l'Europa League è una vetrina prestigiosa per guadagnare le cronache internazionali e per accumulare esperienza. Per provare a superarsi come sapeva fare la rosa di Sousa all'inizio della passata stagione. E per sfatare il mito. Come quello di non andare mai in Germania. Questa volta di mezzo non c'è nessuna Adelina ma Paulo Sousa e la sua Fiorentina per provare a smentire il monito del Sassaroli e inseguire l'Europa in tutte le strade possibili.

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