Dalla colonia degli "ic" a spogliatoio jugosla...viola (passateci il gioco di parole). Negli ultimi anni Firenze, intesa come Fiorentina, è stata sempre patria calcistica di molti talenti dell'Est, in particolare dalla terra dei Balcani. Una zona che nella storia recente è stata spesso teatro di sanguinose guerre e aspre rivalità che non si sono placate con la separazione degli Stati indipendenti avvenuta una decina di anni fa. Anzi, in alcuni frangenti la tensione rimane altissima e l'altra sera se n'è avuta l'ennesima dimostrazione con la gara tra Serbia e Albania terminata in violenza dentro e fuori dal campo (VIDEO).
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A Firenze si ricompone la Jugosla…viola
Nello spogliatoio di Montella convivono in armonia rappresentanti di quasi tutti i Paesi balcanici
Un pregio del calcio è che spesso riesce ad unire anche persone che vengono da popoli in conflitto tra loro, che convivono serenamente nello stesso spogliatoio. La Lazio - avversaria dei viola domenica - ha ad esempio in rosa giocatori albanesi (Berisha, Cana) e serbi (Djordjevic) che martedì se le sono date, più o meno direttamente in campo, e che ieri si sono allenati insieme. "Non ci sono problemi tra loro" ha garantito il ds (pure lui albanese) Tare.
Nella Fiorentina i giocatori slavi sono numerosi, e sono rinomati per formare un gruppetto molto affiatato. E curiosamente ci sono "rappresentanti" di tutti i Paesi della ex Jugoslavia, ad eccezione della Macedonia (sarebbe stato en plein se fosse arrivato Pandev, più volte accostato). La Slovenia ha addirittura due esponenti, cioè Kurtic e Ilicic. Per la Croazia c'è Badelj, a cui però potremmo aggiungere i giovani Bagadur, Dabro e Bitunjac. Per il Montenegro, sulla scia di Jovetic c'è Savic mentre su quella di Ljajic, quindi per la Serbia, c'è Tomovic. E della Bosnia Erzegovina? Ufficialmente non c'è nessun calciatore viola, ma in realtà Marko Marin, tedesco di passaporto è nativo della Bosnia, dove è rimasto per i primi tre anni di vita.
SIMONE BARGELLINI
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