4-3-3, uno dei moduli offensivi per eccellenza, il dogma di Zeman, la prima idea di Vincenzo Montella, ma anche l’ultima. Contro l’Inter il tecnico campano ha rispolverato lo schema provato per quasi tutto il ritiro estivo, prima di passare stabilmente alla difesa a tre. Un ritorno alle origini che non poteva essere più positivo, che porta benefici, ma che rischia di rimettere in discussione anche alcuni giocatori. Per alcuni si tratti di piccoli cambiamenti, spostamenti di pochi metri che destano qualche curiosità, per altri invece c'è anche il rischio di perdere posti in gerarchia. Chi sicuramente sorride è Adem Ljajic, che ritrova il suo ruolo originario, quello nel quale da Belgrado aveva fatto innamorare il Manchester United prima e Corvino poi. Ma la fascia sinistra diventa un luogo più confortevole anche per Llama, che a Catania giocava proprio nel tridente offensivo, e che nel 3-5-2 sembrava un pesce fuor d’acqua. Cuadrado forse dà il meglio partendo da più lontano, ma sicuramente con questo nuovo modulo avrà modo di rifiatare di più. Sempre sulla destra potrebbe ritagliarsi uno spazio Mati Fernandez, “proposto” da centrocampista laterale già in altre occasioni, ma che con qualche metro in meno di distanza dalla porta si può trovare più a suo agio. E Tomovic? Ha impressionato a sinistra ad inizio stagione, ma da terzino destro ha di sicuro più esperienza (e meno responsabilità).
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4-3-3, chi scende e chi sale
Toni perde il posto. Sorridono Llama e Tomovic, meno Roncaglia (COMM.)
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