Intanto segnatevi questa notizia. Facebook chiude. Tra pochi giorni il più diffuso social network cesserà ogni attività. Lo ha deciso Mark Zuckerberg dopo una notte in bianco trascorsa con i suoi fedeli collaboratori. Volete sapere il perché? Beh, passino le foto di gattini, i cambi di profilo stile sexy belfagor, i tremila punti esclamativi negli status e gli accenti messi a caso, passino i capricci egopatici di Balotelli, passino i profili col fidanzato geloso avvinghiato alla partner e viceversa, ma ora che anche Andrea Agnelli si metta a fare le battutine no. E dove siamo. A tutto c’è un limite.
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Zuckerberg chiude Facebook, è stufo del gatto di Agnelli
L’incipit dell’articolo di Benedetto Ferrara
Inorridito da questo imprevisto, Zuckerberg, dopo aver compreso il senso dello status del numero uno della Juve (sono servite circa sei ore, soprattutto perché per provare a decifrare la battutona ha chattato a lungo con Lapo Elkan), ha deciso di dire basta. Il Giakartone è troppo. E addio fb. Pazienza, vorrà dire che le foto dei gattini le manderemo in giro via fax. Ma ora c’è altro a cui pensare. Qui c’è una città in fibrillazione. Stadio esaurito, facce tese, ordine pubblico allertato e mille cuori complici che vibrano nell’attesa. Beh, niente di strano: sta per arrivare il Pandurii, la squadra con due i. Ma a tutti quelli che si sono messi in coda ore e ore per la partita di Europa League hanno rifilato a forza anche un biglietto per la sfida fissata per oggi al Franchi (si doveva giocare al Gualandi ma il custode è malato), un evento minore che Firenze guarda quasi con un certo distacco, anche perché di solito, e chissà perché, coincide con una fortissima migrazione di pratesi verso la nostra città.
L'articolo integrale di Benedetto Ferrara su Repubblica in edicola
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