live

Una lezione di calcio sul fango

L’incipit dell’articolo di Benedetto Ferrara

Redazione VN

Una battaglia vera. Tra schizzi di fango, scivolate pericolose, facce sporche decise a tutto. La Fiorentina c’è. Tosta, viva, senza paura. Eppure in tanti, all’inizio, abbiamo sperato solo una cosa, la più importante: che nessuno si facesse male. Perché il momento è parecchio sfigato e questa trasferta non prometteva momenti di gloria, almeno sulla carta.

Dnipro squadra in palla, temperatura polare, campo impresentabile e Fiorentina messa insieme col nastro adesivo, senza una vera punta di ruolo e pure senza Borja Valero, tenuto inizialmente a riposo (giustamente) da Montella. Perché poi domenica si gioca in casa Lazio. Ecco, appunto. Vietato rischiare. Almeno finchè si può. Obiettivo: provare a essere la Fiorentina. Senza voler stupire a tutti i costi, senza regalare gol sciocchi. Invece la squadra di Montella ha fatto di più. Nonostante quel campo. O forse anche grazie a quel campo, che ha costretto tutti a un calcio più semplice, ma non per questo meno intrigante. La Fiorentina vuole sempre provare a comandare il gioco. Parte forte, controlla, gioca sempre con la massima concentrazione. Quella che serve. Bene Alonso, schierato come esterno sinistro di centrocampo. Bene la difesa. Superbo Ambrosini: fisico, esperienza, carattere e gol. (...)

L'articolo completo di Benedetto Ferrara su Repubblica in edicola