Su SportWeek, settimanale della Gazzetta dello Sport, troviamo un'intervista all'attaccante della Fiorentina Giuseppe Rossi. Riportiamo i passi salienti.
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Rossi: “Firenze, il posto perfetto”
“Società, allenatore e giocatori hanno la stessa mentalità.” (COMMENTA)
Il suo allenatore Montella ha detto che lei e Balotelli sareste la coppia perfetta. Cos'è, il diavolo e l'acquasanta?
“Neanche io sono un santo. Se sono le 3 di notte mi capita di passare col rosso, ogni tanto tiro una parolaccia, o un calcetto da dietro all'avversario...”. (...)
È il punto più alto della sua carriera?
“No. È un momento felice, la squadra va bene e io, dopo due anni di inattività, cresco partita dopo partita. Ma il periodo migliore l'ho vissuto tra il 2010 e l'estate del 2011, nella stagione precedente al secondo infortunio, quello della rottura del crociato: segnai 35 gol col Villarreal, diventando il miglior marcatore nella storia del club e portandolo in Champions, società importanti si interessarono a me”.
A proposito: a Firenze lo sanno, che lei è milanista?
“(sorride) Ho smesso da tanto tempo”.
Questa è la piazza migliore per ricominciare?
“ È il posto perfetto. Alla Fiorentina l'idea di calcio è uguale a quella cui ero abituato in Spagna: possesso palla, gioco corto, scambi veloci per arrivare in porta”. (…)
Si affronta poi il tema infortunio, viene chiesto a Rossi il momento in cui ha capito di essere davvero guarito.
“Questa estate, in un'amichevole contro l'Apoel Limassol. Ero già rientrato a Pescara, a fine campionato scorso, ma è stato solo a luglio, contro i ciprioti, che ho capito di essermi lasciato tutto alle spalle. Mi entra uno da dietro: un intervento brutto, violento, che mi solleva da terra. Intorno a me, in campo e sugli spalti, cala il gelo. Mi tocco il ginocchio, piego la gamba: passato l'effetto del colpo, nessun dolore. Li ho capito che era fatta”.
Perché la Fiorentina potrebbe arrivare in Champions?
“Perché società, allenatore e giocatori hanno la stessa mentalità. La stessa convinzione nel raggiungere l'obiettivo fissato”. (…)
Ma quello che fate in campo è sufficiente a ottenere il risultato? In altre parole: non ha mai la sensazione che, per farcela, in Italia conti anche il peso politico del club?
“Mi rifiuto di pensare a queste cose. Credo che, se ti alleni bene e giochi meglio degli altri, vinci per forza”. (…)
Rossi dichiara di non interessarsi di politica e di aver visto Renzi soltanto una volta, sull'avventura in Spagna dice: “Mi sono divertito tanto. La gente è allegra ma non invadente: nessuno ti strattona per una foto. Come a Firenze”.
Cosa ha visto della città?
“Il David e Piazza Michelangelo. Tappe fisse quando ho qualche ospite”. (…)
Dopo ogni gol si rivolge al cielo per dedicare la rete a suo padre Fernando, morto di tumore 3 anni fa, e mormora qualche parola. Vuol dire quali?
“Niente di speciale. Soltanto: Grazie, papà. Ti voglio bene”.
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