live

Montella: “L’unica strada resta il bel gioco”

“Gomez quello che ci mancava, Cuadrado una della ali più forti al mondo”

Redazione VN

Nel numero uscito oggi del Guerin Sportivo troviamo una lunga e interessante intervista all'allenatore della Fiorentina Vincenzo Montella, di cui riportiamo i passaggi più interessanti:

"Nei primi anni da allenatore non volevo spostarmi da Roma perchè il mio primo figlio Alessio stava crescendo e non volevo staccarmi da lui, per questo motivo ho iniziato dai Giovanissimi della Roma. E' stata un'esperienza molto bella. Lì ho imparato l'importanza di un'alimentazione giusta e che quello dell'allenatore poteva diventare il mio lavoro, la notte ripensavo alle partite, bellissimo. La cosa più entusiasmante del mio lavoro è la responsabilità nei confronti dei giocatori, dei tifosi e della società; proprio per questo sei obbligato ad essere sempre aggiornato, cosa assai difficile, ma è proprio questo il bello del mestiere, quando 20 anni fa cominciai a giocare ad Empoli il calcio era diverso, era ancora uno sport di squadra, lo è ancora ma l'aspetto individuale del calciatore oggi conta molto di più, il calciatore oggi è un'azienda e il suo percorso può essere diverso da quello della squadra.

Un gruppo di 30 giocatori con tante diversità di cultura, lingua, religione non è facile da guidare, devi dimostrare al gruppo credibilità. Non penso che le urla del pre-gara siano utili, secondo me conta di più essere autorevoli ogni giorno che passa, l'esempio conta non meno della parola. Il rapporto con il calciatore è diverso con tutti, ognuno ha la sua storia. Ci sono molti sport professionistici più evoluti del calcio anche se c'è stato un miglioramento da questo punto di vista. Esempi di giocatori professionali? Pirlo, Buffon, Zanetti, Totti, non a caso le loro carriere sono durate così a lungo.

Ho sempre pensato che il calcio sia passione, divertimento, l'ho vissuto così fin da bambino e mi piacciono le squadra propositive, come il Borussia Dortmund, squadra veloce è bellissima, stimo molto Klopp, ma mi piace anche il Bayern. Preferisco evitare certe etichette, come quella di "Guardiola italiano", parliamo di uno che ha vinto tutto. L'allenatore della Roma Garcia mi piace molto, è bravo e capace, la situazione che ha trovato in città era simile a quella che c'era a Firenze un anno fa.

Io non disprezzo la praticità, se è possibile arrivare a segnare con 3 passaggi ben venga perchè nel calcio conta segnare, come non ha importanza, però penso che se non giochi bene è difficile vincere. Per vincere si deve creare e io non conosco altra strada se non quella di dare un gioco alla squadra. Nella Fiorentina sono Aquilani, Pizarro e Borja Valero a dare "sapore" al gioco, il modulo è solo un fattore numerico, sono i giocatori a cambiare le cose, alcune squadre giocano con lo stesso modulo ma sono diverse tra di loro.

L'anno scorso ho corso dei rischi perchè sapevo che la piazza chiedeva spettacolo. A Firenze hanno giocato grandissimi campioni, si è visto un grande calcio, e poi la città: qui si vive in mezzo a strade e monumenti  che rimandano al bello, è come un invito a osare, perciò noi abbiamo cavalcato l'onda. Oggi il rischio è sentirsi addosso ancora più responsabilità, ai giocatori ripeto di essere veloci di testa e continuare a divertirci, è il nostro spirito.

Ho ovviamente condiviso l'acquisto di Gomez, un colpo straordinario per Firenze, che spero possa rientrare per Natale, l'anno scorso avevamo un ottimo controllo della fascia e del centrocampo ma ci mancava qualcosa in area, ecco perchè Gomez ci serviva, inoltre mi ha sorpreso per la sua forza fisica. Di Giuseppe Rossi mi impressiona la destrezza, è un professionista formidabile e vive per il calcio. Contento per lui, per la Fiorentina e per l'Italia perchè è l'attaccante dei prossimi anni azzurri.

Borja Valero è un giocatore straordinario e un professionista serio, ha portato un pò di calcio spagnolo in Italia. In un centrocampo di grande livello servono sia forza che costruzione del gioco. Cuadrado è una delle ali più forti del mondo, ha fatto enormi progressi, lui rappresenta il divertimento di cui ho parlato, si diverte giocando e sembrerà paradossale ma addirittura si riposa giocando. Pasqual merita il ritorno in nazionale, sono molto felice per lui.

Io e la mia famiglia ci troviamo bene a Firenze, vivere in centro è meraviglioso. Tra tutte le bellezze e i tanti turisti passi più inosservato al centro che in periferia."