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Mercafir, cittadella sì ma senza stadio

Cambio di investimenti ma non di prospettiva per la società viola

Redazione VN

L’esempio lo ha dato la Juventus. Un nuovo stadio (riammodernando quello vecchio) e un’area, quella della Continassa, dove realizzare attività turistico-ricettive e per lo spettacolo, residenze private e spazi commerciali. (...)

L’idea è più o meno quella della Juve («Una società da seguire come modello d’impresa» ha spiegato il presidente operativo della Fiorentina Cognigni) e si riassume in una parola sola: delocalizzazione. A Campo di Marte lo stadio, sul quale la società ha già investito dei soldi, e nell’area Mercafir le strutture commerciali per fare cassa e aumentare il budget per il mercato. (...) Ora si tratta di capire con Palazzo Vecchio quali margini operativi ci sono. I piani sulla Mercafir sono chiari. Su un’area di 32 ettari, 9,3 sono per i parcheggi, 5,2 per la viabilità, 3,3 di strutture esistenti, 6,7 per la cittadella dei servizi (che comprende nuovi edifici, una piazza e il parco) e 7,5 sono riservati agli impianti sportivi, di cui 2 ettari per attività commerciali, 0,4 per attività turistiche e 0,8 per uffici. Sono questi i parametri su cui si sta muovendo la Fiorentina (ovviamente senza il parco a tema…), che alla voce “impianti sportivi” invece dello stadio per la prima squadra potrebbe costruire un campo per la Primavera.

Un cambio di investimenti, ma non un cambio di prospettiva. Per lo stadio, invece, Della Valle pensa di completare il restyling del Franchi.Due le priorità: avvicinare le curve al campo di calcio, in modo da migliorare anche la visuale, e la copertura totale dell’impianto («Si può fare in due anni», spiega Cognigni). Un progetto c’è già ed era stato messo a punto dall’architetto Francalanci quando Firenze e l’Italia speravano di ospitare gli Europei. Ora quel progetto, che era finito in un cassetto, adesso è tornano improvvisamente di attualità. «È un progetto bellissimo» conferma ancora Cognigni. Che, tra l’altro, spiega: «Seguendo questa procedura potremmo essere pronti nel giro di due-tre anni». Non solo. A breve sarà presentato anche il disegno di legge sugli stadi firmato da Dario Nardella «che dimezzerà i tempi per le pratiche burocratiche ». Dunque la delocalizzazione permetterebbe alla società viola di accorciare l’attesa.

L’unico punto ancora un po’ controverso è il rapporto con la soprintendenza visto che il Franchi è un bene vincolato. Però, come aveva ricordato anche Andrea Della Valle a Moena, il vincolo riguarda solo la copertura della tribuna e le scale elicoidali, che la Fiorentina ha tutta l’intenzione di mantenere anche nel caso di un avanzamento delle tribune. (...)

la Repubblica