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Macia: “Divertirci non basta, puntiamo a vincere”

“Con Gomez abbiamo realizzato un sogno. Verratti voleva Firenze…”

Redazione VN

Ernesto Poesio firma sul Corriere Fiorentino un'intervista esclusiva con Eduardo Macia. Ecco le parole più interessanti del direttore tecnico viola:

Lo scorso anno, di questi tempi lei svelò il suo obiettivo. «Non bisogna aver paura di vincere», disse. A che punto siamo oggi?

«Siamo sulla buona strada, quest'anno abbiamo provato a migliorare ancora anche se per noi sarà tutto più difficile perché ormai tutto il mondo guarda alla Fiorentina come a una realtà e non più come a una sorpresa. Per questo abbiamo voluto far crescere ancora di più la squadra, puntando su un gruppo consolidato e inserendo elementi dalla grande mentalità come Rossi e Gomez che aiuteranno molto la squadra».

Due acquisti che quindi si inseriscono nel solco tracciato lo scorso anno...

«Sì, ormai si è formato un gruppo forte e molto unito che si aspettava qualcosa in più dalla società. E questo è ciò che abbiamo fatto perché non è positivo quando una squadra diventa più grande della società. Dobbiamo sempre crescere insieme».

Anche per questo è bene da subito non perdere punti per strada...

«Il fatto di dire che l'obiettivo è solo divertirsi, non è corretto. Noi vogliamo avere prestazioni sportive, vincere. Abbiamo scelto un'identità legata a una piazza così bella, piena di arte. Ma è stata pensata per vincere. Il divertimento deve essere una conseguenza non un obiettivo».

In fondo lei lo scorso anno fu il primo a parlare di scudetto. Del dovere di provarci...

«E all'inizio di questa stagione dico la stessa cosa. Come Fiorentina dobbiamo puntare al massimo del nostro lavoro e delle nostre possibilità. Serve l'ambizione, anche discorsi che sembravano impossibili un tempo ora sembrano più vicini. Anche questo fa parte di un processo di crescita».

Come lo è stata portare Gomez a Firenze...

«L'ho detto già, a volte nella vita i sogni si avverano».

Ma avete mai avuto paura di perderlo?

«No, perché avevamo la parola di un un campione, di un uomo di parola, e il rispetto di una società seria come il Bayern. Ci hanno provato in tanti, ma noi stavamo parlando con lui da febbraio».

(...)

È stata una campagna acquisti sontuosa, è mancato solo Verratti forse...

«Era soprattutto un desiderio del giocatore, che ci ha messo quasi in difficoltà vista la nostra realtà. Gli piaceva tanto l'identità della Fiorentina, come giochiamo e a un certo punto è diventato "l'altro sogno" da provare a realizzare».

Ancora non ci siamo svegliati del tutto però...

«Se la Fiorentina crescerà ancora un altro sogno potrà diventare realtà».

Sul finale del mercato è arrivato invece Rebic. Che giocatore è?

«Un attaccante adatto a noi, moderno, dinamico, con tecnica e velocità, è già pronto per la Fiorentina anche se ovviamente dovrà ambientarsi. È giovane ma è molto maturo, ha una grande personalità e non ha paura. Lo dimostra il fatto che sia voluto venire a giocare in una squadra che ha un attacco così forte. Io dico sempre che i giocatori non hanno un valore definito, dipende sempre da quello di cui hai bisogno».

Quanto è stato doloroso invece l'addio di Ljajic?

«Mi è dispiaciuto perché pensavamo che potesse crescere tanto con noi. Ma la scelta è stata sua, se non vuoi restare non ci posso fare nulla. Non è stato un discorso di soldi, abbiamo rispettato la sua decisione. Il calcio a volte è così, magari ci ritroveremo in futuro (la Fiorentina ha comunque un'opzione in caso di cessione della Roma, ndr)»

Magari temeva di giocare meno?

«A Firenze però aveva intorno a lui un gruppo molto positivo, ora sarà tutto diverso. È davanti a una prova di maturità, sicuramente è un potenziale campione».

Crescita mentale insomma. La stessa prova che si trova davanti Neto...

«Ci ha dato una lezione. A tutti quanti, compresi noi dirigenti. Non avevo mai visto una situazione così difficile da sopportare. Lui è riuscito ad andare avanti, lavorando. Non dobbiamo dimenticare quello che ha sofferto. Per me è diventato un punto di riferimento per la forza psicologica che ha dimostrato. È stato bello vedere tutta la squadra abbracciarlo a Genova, dimostra quanto è unito il gruppo. Tecnicamente non avevamo dubbi su di lui, è da grande squadra. I giovani, tutti, hanno diritto di sbagliare. È stato così anche per Buffon e Toldo».

Cuadrado può diventare una star mondiale?

«Sì, non ha paura di nulla, può fare cose incredibili, diventerà un calciatore meraviglioso. Ha dato tanto alla Fiorentina e continuerà a farlo».

E Rossi che si è dimostrato subito pronto?

«La sua mentalità è quella del campione. Essendo un calciatore intelligente, mentre fa crescere il livello fisico usa la testa e questo fa la differenza. Qui può esaltarsi».

(...)

Chiudiamo col futuro. Quanto resterà Macia a Firenze?

«Il mio contratto scade nel 2016, l'ho rinnovato la scorsa stagione. Mi trovo bene qui, e voglio portare a termine questo percorso».

Cioé vincere, o almeno provarci...

«Sempre. Non concepisco un calcio senza le grandi sfide».