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Fiorentina, tre moduli diversi ma stessa qualità

L’analisi di Repubblica sulle alternative tattiche di Montella

Redazione VN

Tu chiamale, se vuoi, soluzioni. Schemi, moduli, uomini. In una parola: risorse. E pazienza se a Montella non piace parlare di numeri. «Conta l’interpretazione», dice. Vero, ma certo non si può dire che la Fiorentina giochi sempre alla stessa maniera. (...) Ma vediamo, nel dettaglio, pro e contro di queste diverse soluzioni.

LA SICUREZZA

È il 3-5-2, ovvero lo schema sul quale la Fiorentina ha basato gran l’arte delle proprie fortune lo scorso anno. Serve soprattutto per garantire solidità difensiva e densità in mezzo al campo. In questo modo, infatti, si sfruttano al meglio le caratteristiche di Gonzalo Rodriguez. Centrale (quasi libero) in fase difensiva e regista aggiuntoquando c’è da impostare. Con la linea a tre poi l’argentino è più “protetto”, e sente meno il peso della sua scarsa rapidità. Funzionano meglio anche gli altri. Savic, Tomovic e, soprattutto Roncaglia. Questo modulo è l’ideale anche per Pasqual. Il capitano non è abbastanza offensivo per fare l’esterno di un centrocampo a quattro, e non è abbastanza difensore per fare il terzino puro. Fare il quinto, in pratica, è il compromesso perfetto. Non a caso viene dalla miglior stagione da quando è arrivato a Firenze. Cuadrado, invece, sarebbe tanto felice di potersi dedicare soltanto alla fase offensiva, e quindi di avere qualcuno alle spalle. Funziona bene anche per i tre centrocampisti (diciamo Aquilani, Pizarro e Borja Valero), ma l’assenza di terzini costringe i due interni ad un supplemento di lavoro in fase di non possesso. Il più penalizzato è Joaquin. Lo spagnolo non è a suo agio come seconda punta e forse non ha le gambe per coprire tutta la fascia.

L’ALTERNATIVA “SEMPLICE”

È il 4-3-3. Rispetto al 3-5-2 non cambia quasi nulla, in realtà, almeno per difensori (basta alzare o abbassare Pasqual di 15 metri) e mediani. Il problema sono gli attaccanti, perché Montella ha capito subito che Rossi e Gomez devono giocare accanto, il più possibile vicini alla porta. Poco male per il tedesco, che sarebbe il punto di riferimento centrale del tridente. Dovrebbe essere Pepito a snaturarsi, partendo da destra per poi entrare dentro al campo. Un ruolo, quello di attaccante esterno,perfetto per Joaquin, o al massimo per Ilicic. Sempre partendo da destra.

LA NOVITÀ ASSOLUTA

Il rombo, o 4-3-1-2. La soluzione al dilemma Ilicic, che in questo schema ha la sua collocazione naturale: trequartista alle spalle di due punte. La sensazione è che Montella abbia individuato questo modulo per ovviare alle eventuali assenze di Cuadrado. Eppure, in futuro, potremmo vedere il colombiano terzino destro, con Pasqual dall’altra parte. Anche perché con questo atteggiamento avrebbe tutta la fascia davanti, con metri a volontà liberi da riempire con la sua devastante velocità. Alla Cafu, per intendersi. In più, aggiungendo un posto a centrocampo, si possono aggiungere (come a Genova) i muscoli di Ambrosini senza perdere in qualità. Sia Borja che Aquilani, infatti, possono fare il vertice alto. Tre moduli (e volendo ci sarebbe anche il 4-2-3-1) una sola filosofia. Controllare le partite e attaccare. Sempre.

la Repubblica