Un punto. Un misero punto potrebbe bastare. Certo, la Fiorentina vuole arrivare prima. Per orgoglio. E per via del sorteggio. Però nessuno poteva immaginare che Montella e i suoi, al di là del valore degli avversari, si ritrovassero a metà del cammino con un piede e mezzo oltre il girone. Anche perché l’Europa League è un vero massacro. Un torneo lunghissimo, logisticamente scomodo e spesso, soprattutto nella fase a gironi, sottovalutato. Il che porta con sé sempre qualche brutta sorpresa. Invece la Fiorentina fino ad oggi non ha sbagliato una mossa. Nemmeno nel gelo ucraino dove, messa in mezzo tra assenze e avversari di ottimo livello, ha alzato la testa e chiuso la pratica in scioltezza. Già. Ma non è un caso se la Fiorentina in versione europea non ha avuto nessuna pietà dei suoi “nemici”. Il fatto è che la società non considera l’Europa League un fastidioso intermezzo che costa fatica tanta e porta soldi quasi zero. Montella e gli altri a questo obiettivo ci credono sul serio. Perché è uno di quelli alla portata di una società come la Fiorentina, un’azienda non ricchissima ma molto ambiziosa e capace di costruire un bel calcio senza fare follie.
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Europa League, il posto giusto per sperimentare
L’incipit dell’articolo di Benedetto Ferrara
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