Protagonista della conferenza stampa di vigilia (LEGGI), Borja Valero ha rilasciato anche un'intervista esclusiva a La Repubblica, risalente probabilmente a qualche giorno fa. Vi proponiamo le frasi più significative date dal centrocampista della Fiorentina nell'intervista di Benedetto Ferrara:
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Borja: “Vogliamo essere belli come Firenze”
“L’assenza di Gomez non fa paura. Alvaro malato di calcio” (COMMENTA)
«Sono nato fantasista e amo il calcio spettacolare. Ma ho iniziato ad andare al Bernabeu con mio padre fin da piccolo. I miei miti si chiamano Redondo e Zidane».
Un trequartista che poi finisce in Inghilterra e sparisce nella nebbia di stagioni difficili.
«È stata la mia fortuna. Là ho imparato a sacrificarmi: prima non rientravo mai nella mia metà campo ».
Infatti ora fa tutto: rincorre avversari e inventa l’ultimo passaggio.
«Amo lo spirito di gruppo e l’imprevedibilità. E la Fiorentina sintetizza benissimo il concetto».
Quindi quella idea di calcio prezioso alla fine l’ha trovata qui.
«Sì. Siamo unici. Firenze è bellissima, la Fiorentina vorrebbe provare a somigliarle un po’».
(...)
Ma il video con suo figlio Alvaro che canta l’inno della Fiorentina è diventato un cult. (VIDEO)
«Lui è malato di calcio. Abbiamo anche messo una specie di porta nel salotto e io passo quasi tutto il mio tempo libero con lui a giocare ».
E tra non molto arriverà un altro figlio. Lei e sua moglie avete anche twittato l’ecografia.
«Sì. Siamo felicissimi».
Borja Valero, Gonzalo e Rossi: gli ex del Villarreal sono un bel gruppone.
«Quando la Fiorentina ha cercato Pepito lui mi ha chiamato. Gli ho detto: amigo, fidati, ci divertiremo parecchio».
Ljajic e Jovetic sono andati via per soldi. È così ingenuo pensare che esistano anche altri valori nel calcio? Cose tipo la gratitudine?
«Non giudico le scelte altrui. Dico solo che un anno fa ho scelto Firenze rifiutando offerte molto più vantaggiose. Ma ho pensato prima di tutto alla felicità della mia famiglia. Sono fatto così».
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Gomez ko, gli arbitri che vi fanno arrabbiare.
«La Fiorentina è un gruppo solido. Aspetteremo il ritorno di Mario senza strane paure. Gli arbitri? sono uguali ovunque. Meglio pensare a giocare (Borja ride) ».
Alla nazionale ci crede ancora?
«Dentro di me inizio a pensare che sia quasi impossibile. Forse sto antipatico a qualcuno».
Borja, quest’estate lei ha perso sua madre. I tifosi le hanno inviato tantissime testimonianze d’affetto.
«Ringrazio di cuore tutti. Ogni singolo messaggio per me è stato importante. Mia madre era una donna meravigliosa. Quando ero piccolo lei non sopportava il calcio, eppure mi portava sempre a tutti gli allenamenti. Poi col tempo si è trasformata e ha iniziato a guardare ogni partita e a giudicare gioco e prestazioni. Era diventata un allenatore. Lo ha fatto per amore. Lo ha fatto per me».
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