Su la Repubblica Firenze troviamo un'intervista alla calciatrice della Fiorentina Women's, Elena Linari, nata a Castello e tifosa viola da sempre:
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Linari: “Pensare che possiamo vincere lo scudetto mi fa impazzire. Fiorentini, seguiteci”
Le parole della calciatrice della Fiorentina Women's, nata a Castello, da sempre tifosa viola
Una passione e tanti pregiudizi.
"Vero. Però la passione vince su tutto. E poi io sono stata fortunata. Sono cresciuta all’Atletica Castello, i maschi non mi hanno mai fatto sentire diversa. Certo, anche oggi quando vado al mare e mi metto a giocare sulla spiaggia c’è chi mi guarda strano, come dire: che ci fa una ragazza col pallone? Poi quando capiscono che un po’ ci so fare mi pregano di andare in squadra con loro".
Quando ha capito che il pallone sarebbe diventato la sua vita?
"Quando sono stata convocata nella Nazionale Under 17, nel 2009. Lì mi sono detta: Elena, la cosa si fa seria".
Mamma e babbo erano d’accordo?
"Mio padre è malato di pallone, come me. Infatti ora è preparatore dei portieri nel Sesto calcio. Solo mia nonna ogni tanto mi guarda le ginocchia e scuote le testa come dire: oh chi te lo fa fare di prendere tutti quei calcioni?".
E la Fiorentina?
"Mio nonno mi portava allo stadio. La mattina giocavo la mia partita, poi pranzavo con lui e via al Franchi. Un rito, un atto di amore puro".
E se davvero la Fiorentina decidesse di farvi giocare la sfida decisiva per lo scudetto proprio al Franchi? Il 6 maggio potrebbe essere una giornata storica.
"Il mio sogno di bambina era quello di giocare con questa maglia. Ne ho collezionate tante, le ho tutte a casa, e sono un piccolo tesoro. Beh, pensare che adesso abbiamo la possibilità di cucirci uno scudetto, su questa maglia, mi fa sembrare tutto pazzesco. Spero davvero che sia possibile fare festa al Franchi: per noi, e per i tifosi, tutti, anche quelli che ci conoscono poco".
Questa potrebbe essere anche l’occasione per far parlare di voi.
"Io chiedo ai fiorentini di seguirci, perché il nostro è un calcio tecnicamente diverso da quello maschile, ma noi rappresentiamo qualcosa di vero. Non siamo business, non siamo delle star. Però ci mettiamo il cuore e se in Italia siamo ancora indietro è solo perché da noi è tutto più difficile. A cominciare dal fatto che siamo delle dilettanti. E niente diventa facile"..
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