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Socrates, il documento postumo: “In Italia mi sentivo imprigionato”

Socrates, il documento postumo: “In Italia mi sentivo imprigionato” - immagine 1

L'esperienza del dottor Socrates raccontata in questo documento postumo

Redazione VN

Uno straordinario documento è stato diffuso da tuttomercatoweb.com. Si tratta di un testo scritto da Socrates sulla sua esperienza in Viola per gentile concessione della vedova. Questo il testo integrale:

Arrivai in Italia dopo la frustrante sconfitta al congresso nazionale brasiliano per ottenere le elezioni dirette. Fu uno choc per tutti noi che eravamo coinvolti in questa campagna. E fu questa la principale ragione per cui dissi di sì alla proposta della Fiorentina. Là inizia a convivere con un altro popolo, una nuova cultura, lasciando temporaneamante le lotte intraprese, come se non credessi più nelle trasformazioni che mi sarebbe piaciuto che accadessero nel mio paese. Lasciai il Brasile in mezzo ad una magnifica mobilitazione popolare per la ridemocratizzazione e nel pieno processo della democrazia corintiana. Nel dialogo col pubblico avemmo una straordinaria fiducia per affrontare tutte le difficoltà che stavamo incontrando. Prendemmo il coraggio e la fiducia della tifoseria corintiana. Partecipavamo attivamente alla costruzione di una società differente e ogni giorno stavamo imparando cose nuove. La maggior ricchezza che si può conquistare vivendo in un mondo come questo e la la relazione umana e le sue derivazioni. Rompere tutto questo per una struttura molto più matura non è stato per niente facile. È chiaro che ero curioso di conoscere nei dettagli quella civiltà tanto antica e interessante dell'Italia, e per questo non mi bastava entrare in campo e giocare a calcio. Volevo avere accesso al modo di pensare e di agire degli italiani. Scoprire che cammino hanno fatto per arrivare a ciò che sono oggi. Immergermi nella loro cultura. In Brasile giocando a calcio, sport molto popolare, era facile incontrare persona di cultura, avvicinarsi all'arte e categorie di vario genere. Così poter essere in Italia mi dava la grande curiosità di poter vivere e conoscere un'altra cultura, altri usi e costumi. Ma restai deluso perchè questo non fu possibile. Mi sentivo imprigionato, controllato e estremamente limitato nel contatto con il pubblico: i media non collaboravano perchè questo accadesse e così ho tentato di farlo in altri modi

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