Più che una fotografia, una corsa indietro nel tempo, in un pallone che non esiste più, soppiantato dal calcio multimediale globale che ha cannibalizzato i sogni di bambini diventati poi adulti. Come quel raccattapalle che dietro alla porta di uno sconfortato estremo difensore della Fiorentina Giovanni Galli, lo teneva al corrente di quanto stava accadendo sugli altri campi. E come se non con l’immancabile radiolina a transistor appoggiata all’orecchio, sintonizzata su ’Tutto il calcio minuto per minuto’. Stadio Dall’Ara di Bologna, stagione 1980/’81. «È il 21 dicembre – racconta dopo quasi 40 anni il portiere – e i rossoblù ci avevano appena battuto 2-1. Avevo preso gol da Fiorini e Garritano e la classifica iniziava a preoccupare. La panchina di Carosi era a rischio (saltò quattro partite dopo e arrivò De Sisti, ndr) e il fondo della classifica era vicinissimo». Scene del genere solitamente si vedevano all’ultima giornata. «È vero, ma eravamo legati al mister e volevo capire che cosa stava accadendo. Ecco perché chiamai quel ragazzo con i guanti che avevo visto dietro la porta, in compagnia della radio». Si ricorda cosa vi siete detti? «Ho solo qualche lampo, ma mi fece anche coraggio; aveva capito la difficoltà del momento e forse si era sorpreso che l’avessi chiamato accanto a me. Fu molto gentile, ecco perché mi farebbe piacere incontrarlo di nuovo a distanza di quasi 40 anni. Sapere se ha continuato con il calcio, insomma conoscerlo e anche ringraziarlo. Probabilmente non lo feci (...)».
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Giampaolo Marchini - La Nazione
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