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16 anni dal ritorno in A, Fantini ricorda: “Non c’era fiducia in me, poi…”. E parla di DDV

L'emozione dell'ex viola: "Andata? Penso di aver fatto la partita della vita. Il minimo passaggio, stop, controllo o movimento mi veniva perfetto"

Redazione VN

Un'intera città in bilico tra amore e follia, gli ultimi interminabili secondi di una (doppia) partita e infine la gioia straripante di chi sa di essersi ripreso il suo posto nel calcio. La notte del 20 giugno di 16 anni fa la Fiorentina tornava in Serie A dopo il fallimento e due anni trascorsi fra C2 e Serie B. E' la vittoria di un popolo più unito che mai, ma l'eroe sportivo della doppia sfida contro il Perugia porta il nome e il cognome di Enrico Fantini, a segno sia nella vittoria per 0-1 in Umbria che nell'1-1 del ritorno al Franchi. A ricordare quell'emozione, oggi, è lo stesso Fantini. Queste le sue parole a gianlucadimarzio.com: "Fu un sospiro di sollievo per i tifosi dopo ciò che avevano passato. Ma anche per noi, ci tenevamo a fare bella figura e a dare quella soddisfazione alla città. In quella stagione iniziai al Venezia, ma a gennaio i Della Valle rivoluzionarono la squadra cambiando 10 giocatori. Così passai alla Fiorentina. Un grande club, con i Della Valle si respirava aria di calcio vero. Ero strafelice, si trattava dell'occasione della mia vita".

L'ex viola poi parla del rapporto con Mondonico e del play-off: "Con il mister avevo un grande rapporto, c’era stima reciproca. È uno di quegli allenatori che poteva avere dei limiti durante la settimana, ma nei 90 minuti della domenica non sbagliava niente. Sapeva gestire benissimo i giocatori, e con i cambi vinceva spesso le partite. Io venivo schierato soprattutto da esterno, anche se mi sentivo una punta. Mi adattavo, per giocare avrei fatto pure il terzino. Perugia? All'inizio non c'era molta speranza. Giocavamo contro una squadra di Serie A, mentre noi eravamo arrivati solamente sesti in B e non ci doveva essere partita. Neanche in me c’era tutta questa fiducia, ma prima degli spareggi Riganò si fece male e Vryzas era agli Europei con la Grecia. Rimasi l’unico attaccante a disposizione, e giocai da prima punta. Mondonico fece un 5-4-1 con me da solo lì davanti. Penso di aver fatto la partita della vita. Il minimo passaggio, stop, controllo o movimento mi veniva perfetto".

"Al ritorno ero di nuovo da solo in attacco, ma avevamo due risultati su tre. Feci gol di testa all'inizio del secondo tempo, ma dopo 10 minuti circa fui espulso per doppia ammonizione. Ero preso dalla foga di raggiungere l'obiettivo della mia vita. La squadra restò per mezz'ora in dieci, e il Perugia pareggiò all'82'. Che sofferenza... I tifosi erano in delirio e il Franchi stracolmo, anche le vetrate erano diventate viola. Tutti spingevano insieme a noi, ci trascinavano. Diego Della Valle stava sempre nello spogliatoio, già da gennaio. Ci diceva di stare tranquilli, di ragionare e che saremmo andati in Serie A. Era sempre sicuro di sé, e trasmetteva tutto questo alla squadra. Sapevamo che, avendo alle spalle una grande società, dovevamo soltanto pensare a giocare", conclude Fantini.

Questo, invece, il post (con video) pubblicato su Twitter dalla Fiorentina per celebrare il ritorno del club nella massima serie:

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