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VN – Sogno Italiano. Il ds che lo scoprì: “Mi spiegava il calcio con i piatti”

italiano

Alla radici di Italiano, il ds dell'Arzignano racconta: "L'ho voluto qui a tutti i costi. E arrivava da una retrocessione"

Vincenzo Pennisi

Mentre Vincenzo Italiano sta costruendo e vedendo crescere sotto i propri occhi la Fiorentina, siamo andati a scavare a fondo nella carriera del tecnico che ha ridato vita a Firenze. Era il maggio del 2017 quando Mattia Serafini, giovanissimo e competente ds dell'Arizignano, segnala ripetutamente il nome di Vincenzo Italiano. Ma chi? Quello retrocesso con la Vigontina San Paolo?

"Presidente, si fidi". Da lì, una stagione straordinaria che vide una piccola realtà di Serie D trasformarsi magicamente: "Sembrava di veder giocare il Barcellona o il City ad Arzignano" - il racconto in esclusiva a ViolaNews -.

Mattia, cosa la colpì di Italiano quando lo scelse per guidare l'Arzignano?

Sinceramente penso che le persone nel calcio come nella vita valgano tanto. La passione, l'empatia, il suo entusiasmo e la voglia di incidere con le sue idee. Lui in panchina trasmette molto, vederlo lavorare è un dono, è stato un maestro per Arzignano. Ha fatto crescere tutto il nostro movimento, i calciatori lo ricordano con affetto. La sua passione e voglia di migliorarsi, di proporre un calcio diverso e che faccia divertire la gente mi colpì subito. La storia recente dice che Italiano è uno che valorizza giocatori e stimola i giocatori. Era una valore aggiunto per l'Arzignano, ora lo è per Firenze. Da noi ha fatto un lavoro non solo a livello di campo

Per portare Italiano sulla panchina dell'Arzignano ha dovuto battagliare...

Arrivava da una stagione difficile ma io avevo questa idea che balenava nella testa. Il presidente storse il naso visto che il mister arrivava da una retrocessione. In una squadra però si devono valutare tanti altri aspetti e non solo i risultati sportivi. Appena ho conosciuto Italiano gli ho rotto talmente tanto le scatole che non potete immaginare. Su di lui c'erano tante squadre, in quei giorni lo corteggiava una Primavera molto importante in Serie A. Ricordo il momento in cui mi ha chiamato per dirmi «Mattia, ho scelto voi». Se non fosse venuto credo che lo avrei ammazzato (ride ndr). Insieme abbiamo fatto un grande percorso

Ti stupisce la sua Fiorentina?

E' una squadra bellissima, ma io non sono sorpreso. Conosco Vincenzo come le mie tasche, con lui ho vissuto 10 mesi che mi sono sembrati dieci anni. Sono felice del suo percorso a Firenze, all'inizio ho avuto paura, pensavo che gli servisse più tempo e Firenze è una piazza caldissima che è stata un tritacarne per tanti allenatori. Alla fine lui però ha sempre velocizzato la crescita sua e dei suoi ragazzi, lo ha fatto anche a Trapani e La Spezia. Sicuramente ragazzi come Saponara che lo conoscevano già possono essere stati utili per far comprendere a tutta la squadra la bontà delle sue idee

Che rapporto avevate fuori dal campo?

Semplice, parlavamo sempre di calcio! Andavamo a veder partite e parlavamo di calcio, a cena e parlavamo di calcio. Lui poi ha due figli, una moglie, un cagnolino che abbaiava sempre. Ricordo che poi mi interrogava sulle partite del Barcellona e del City. Stavo ore ed ore ad ascoltare i suoi aneddoti e concetti, tanti miglioramenti li ho appresi da lui. Una persona volta sempre a studiare e rimodellare, nessuno è un fenomeno, però tante volte rimodellare la nostra dimensione ti porta a fare cose importanti. Noi vedevamo un piccolo Barcellona ad Arzignano. Con lui difficilmente parli di altre cose, io sono malato di calcio come lui, mi spiegava il calcio con i piatti e le tazzine, andavamo fuori e si vedevano delle scene che non avete idea. Italiano è un vulcano in eruzione continua, ha una passione per questo sport fuori da ogni misura

Cosa le ha scritto quando ha saputo che sarebbe diventato il nuovo allenatore della Fiorentina?

Dico la verità, cerco di disturbarlo il meno possibile. Il nostro è un rapporto che resterà per sempre, so che la Serie A è totalizzante e immagino che gli impegni tra interviste, allenamenti e lavoro siano tanti. Era uno che lavorava 20 ore al giorno ad Arzignano, non voglio immaginare ora

Da ds, Ikonè lo prenderebbe nella sua squadra?

L'ho visto giocare contro il Milan l'anno scorso, vi assicuro che è uno molto forte (ride ndr). Io spero sempre che al mister vengano messi a disposizione calciatori funzionali

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