Se è vero che errare è umano e perseverare è diabolico, non poteva la Fiorentina non perseverare in casa del Diavolo. La topica di Terracciano in due tempi probabilmente ha consegnato lo scudetto nelle mani del Milan, più che strappato l'Europa da quelle della Fiorentina: nonostante tutto, la Roma continua a rallentare, frenata dalla Conference League, e l'Atalanta gioca stasera contro forse la squadra più in forma del campionato. Tutto è ancora aperto, e adesso che la Juventus è aritmeticamente in Champions, forse quella clamorosa gufata di Allegri ("La Fiorentina è la nostra avversaria numero uno") cesserà di fare effetto. Ma dicevamo, l'errore... Cominciano ad essere un po' troppi. Ogni gol subito nasce da un errore: molti allenatori amano ripetere che se non ci fossero errori le partite finirebbero tutte 0-0.
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Ma la Fiorentina sta commettendo errori individuali, frittate macroscopiche che tradiscono mancanza di serenità, componente fondamentale per esprimere un calcio tanto rischioso come quello di Italiano. Dragowski che esce a vuoto passi, non è il suo stile e lo si è visto più volte. Biraghi anche anche, si fa vivo in avanti e ogni tanto può capitare, così come può capitare che Igor, insuperabile per due mesi, abbia un passaggio a vuoto su Bonazzoli a Salerno. Odriozola e Bonaventura non erano al meglio e si sono fatti fregare clamorosamente da Pablo Marì (mica Beckenbauer). Ma se anche Terracciano, il portiere che proprio per come gioca il pallone con i piedi ha rubato il posto al collega, sbaglia il passaggio e regala la vittoria al Milan, allora è segno che c'è da fare reset e ripartire da zero. Bene quindi fermarsi per due giorni, se fermarsi per uno ha prodotto una prestazione comunque combattiva in casa dei probabili campioni d'Italia. Contro la Roma, però, non si può sbagliare. Né individualmente, né collettivamente.
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