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Tarantino a VN: “Gilardino e Iachini penalizzati da Zamparini”

“Iachini mandato via per non avere avallato le scelte del presidente”

Paolo Mugnai

In vista della partita di domenica abbiamo intervistato il palermitano Giovanni Tarantino, giornalista del “Giornale di Sicilia” e autore, con i disegni di Paolo Massimiliano Paterna, di “Una storia in rosa e nero” (Il Palindromo Edizioni, 2014).

Si salverà il Palermo?

“Dico di sì per essere ottimista ma a pari punti si salverebbe il Carpi. Tuttavia il Palermo ha una possibilità di essere arbitro del suo destino infatti vincendo con la Fiorentina e con il Verona all’ultima giornata sarebbe salvo perché se anche il Carpi vincesse le sue due partite in questo caso retrocederebbe l’Udinese. Un’altra ipotesi vedrebbe il Palermo già retrocesso domenica in caso di sconfitta a Firenze, vittoria del Carpi e pari dell’Udinese”.

Ci descrivi questo Palermo?

“È una squadra sparsa nel complesso della rosa perché ha troppi giocatori considerati per troppo tempo alla stregua dei titolari ma in realtà presi da diverse parti dell’est Europa solo per motivi di plusvalenze o amicizia di Zamparini con alcuni procuratori, garantendo loro che alcuni di questi giocatori poi sarebbero stati rivenduti ma rivelandosi inadeguati, ancora di più in una squadra che lotta per non retrocedere. Mi riferisco a Djurdjevic, Struna, Jajalo nel ruolo di regista quando al massimo è un buon incontrista, il bulgaro Chochev, Balogh gettato a gara in corso: tutta questa gente si è rivelata inadeguata. Di contro, dal momento in cui Ballardini sta riuscendo a fare prevalere le sue scelte senza farsele dettare da Zamparini le cose vanno meglio, con Vitiello in difesa, gli ex viola Maresca a centrocampo e Gilardino in attacco, tre uomini chiave oltre a Sorrentino in porta e Vázquez, l’unico vero talento di questa squadra. Aggiungo anche Rispoli utilizzato come esterno destro ma rimasto fuori spesso per scelte cervellotiche a favore di Struna. Domenica González e Goldaniga dovrebbero rientrare al posto di Cionek e Vitiello anche se questo ha fatto molto bene”.

Che cosa deve temere la Fiorentina?

“Dal mio punto di vista è più il Palermo che deve temere la Fiorentina. Ma se vogliamo ribaltare la questione, allora dico la ritrovata voglia di farcela e la compattezza in una squadra che sta cercando di ottenere questa salvezza anche strappandola a morsi. Quindi questo elemento, lo spirito ritrovato”.

Gilardino?

“Uno dei valori aggiunti di questa squadra, non so perché sia stato messo in panchina nel corso della stagione. Sono state scelte dettate da Zamparini che lo riteneva non più giovane e pertanto induceva gli allenatori a metterlo in panchina. Ma il Gila anche quest’anno ha fatto 9 gol in campionato e 1 in Coppa Italia. È l’unico centravanti del Palermo. Anche quando non segna fa un lavoro che nessun altro riesce a fare, insomma fa il suo mestiere di attaccante”.

Che ricordi evoca Ilicic?

“Uno dei migliori giocatori dell’ultima fase del Palermo che lottava ancora per piazzamenti europei. Con Ilicic ha infatti raggiunto una finale di Coppa Italia nel 2011. È stato un ottimo giocatore in una squadra di valore poi smantellata - penso a Pastore, Migliaccio, Balzaretti - per la seconda fase del Palermo zampariniano che ha dovuto vivacchiare nei bassifondi. Probabilmente Ilicic poteva sembrare un po’ indolente ma ha dei numeri pazzeschi, un sinistro eccezionale, la capacità di tirare in porta”.

Visto dalla Sicilia: un confronto tra Zamparini e i Della Valle.

“A distanza mi sembra che i Della Valle tengano ancora al progetto sportivo, io vedo la gestione di una squadra che mira a piazzamenti come l’Europa League ma forse in futuro anche la Champions. Il Palermo negli ultimi tre, quattro anni è diventato semplicemente una miniera di giocatori da trasformare in plusvalenze nel minor tempo possibile. Alcune operazioni lasciano molti dubbi sull’effettiva convenienza. Qui è stato un po’ un porto di mare, con vari giocatori arrivati e poi neppure mandati in campo come Arteaga ad esempio presentato e poi girato in prestito all’Hajduk Spalato. Palermo fucina di varie operazioni che lasciano perplessi, senza un progetto sportivo, quindi si sopravvive con Zamparini che cerca qualche colpo per poi comprare, in teoria, qualche nuovo giocatore”.

A Firenze si conserva un ottimo ricordo di Iachini.

“In qualche maniera anche lui è stato condizionato da Zamparini. Ha sicuramente provato a resistere con l’appoggio di quasi tutto lo spogliatoio, però Zamparini gli ha dato parecchio fastidio perché in occasione del primo esonero dopo la vittoria col Chievo Iachini viene mandato via per non avere avallato le scelte del presidente. Nonostante Ballardini sia stato quello che si era inimicato Sorrentino e quelli della vecchia guardia come Maresca messo fuori rosa con Rigoni e Daprelà (questi poi ceduti) dopo l’eliminazione dalla Coppa Italia, paradossalmente ora Ballardini si affida, essendo persona competente, ai fedelissimi di Iachini come Maresca appunto, avendo capito che ci vogliono giocatori di esperienza”.

Un ricordo di Ranieri, che ha vinto da tecnico della Fiorentina una Coppa Italia e una Supercoppa Italiana, ma ha concluso la sua carriera da calciatore al Palermo disputando due campionati tra il 1984 e l’86.

“A 34-35 anni, il primo anno in serie C fu protagonista contribuendo alla promozione, poi in B ebbe maggiori difficoltà. Già si intravedeva il gentleman perché nonostante la media di voti non esaltante fu sempre molto cortese senza mai alcun contraddittorio coi giornalisti, impeccabile nel comportamento anche nella sua ultima stagione da calciatore quando perse il ruolo di libero nonostante la sua grande esperienza e serietà”.

Un pronostico per domenica?

“Un pareggio, col beneficio del dubbio. Proprio questo, però, potrebbe essere uno dei risultati peggiori in vista della fine della stagione. Mi sembra difficile che il Palermo riesca a vincere a Firenze”.