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Sorrentino a VN: “La carriera di Iachini parla per lui. Chiesa? Ecco cosa farei al suo posto”

Violanews.com con Stefano Sorrentino, che ci ha raccontato Iachini e un retroscena di mercato legato alla scorsa estate

Filippo Angelo Porta

Abbiamo parlato in esclusiva con Stefano Sorrentino, storico ex portiere, fra le altre, di Chievo e Palermo. Questi i passaggi più interessanti delle sue dichiarazioni andate in onda sulla nostra pagina Instagram:

È vero, sono stato vicino alla Fiorentina questa estate e anche qualche anno fa. Nel 2019, era fine agosto. Sono cose che nascono un po' così, mi ha chiamato Pradè dicendomi che serviva un uomo spogliatoio che potesse dare una mano a Drago e a Terracciano, abbiamo parlato ma poi non è stato trovato un accordo, ho ringraziato ma non mi sentivo adatto ad un ruolo del genere. Molti amici mi hanno fatto del pressing, ma sono stato sincero, meglio non andare solo per svernare. La Fiorentina ha voluto subito puntare su Dragowski e ha fatto bene. Gli errori? È un essere umano, continuerà a farne perché fa parte della sua crescita, poi non ne ho visti nemmeno troppi in questa stagione. Le pressioni rispetto ad Empoli sono diverse, non è semplice, credo stia dimostrando di essere affidabile. Soprattutto sarebbe bello vedere la Fiorentina nella parte sinistra della classifica.  Iachini? Lo conoscete bene, per me è un secondo padre. Lo vedo, lo sento, anche poco prima del lockdown quando ero a Coverciano per fare il corso da DS. Ho visto anche qualche allenamento della Fiorentina grazie al Mister. La sua carriera parla da sola, ha il record di vittorie della Serie B, ha salvato tutte le squadre che lo hanno chiamato, e adesso che è arrivato nella Fiorentina ha l'occasione di dimostrare il suo valore, cosa che stava facendo fino a un mese fa. Con Beppe abbiamo vinto una B stracciando tutti i record, con 6 giornate d'anticipo, e nonostante questo lui continuava a farci fare sedute doppie, perché voleva il record a tutti i costi. Riuscimmo a convincerlo, però se non avessimo vinto ce ne avrebbe fatti fare due, di doppi. Le ammonizioni? Ormai anche lui è a posto con la sua nomea, lo diceva anche a me. Più tecnico o tattico? Il Mister ha sempre lo stesso atteggiamento con tutti, spiega a Ribery nello stesso modo in cui spiega al ragazzo della Primavera. Montella? Difficile parlare da fuori, ci sono stati sicuramente problemi, altrimenti non si sarebbe arrivati all'esonero. Molti giocatori potrebbero essersi trascinati una scia di negatività dal brutto finale di stagione dell'anno prima. Poi giochi bene, non vinci e ti manca un po' di fiducia. Peccato, perché Montella ha fatto bene negli anni.

Il mercato? Con un'età così verde, si può solo ben sperare, difficile trovare in una squadra di questo livello giocatori giovani ma già con esperienza, affiancati a qualche elemento decisamente più navigato. Servirà tempo, ma arriveranno i risultati. E la rosa somiglia molto al proprio allenatore.  Lo stadio? Più che altro incide sul budget, alla squadra cambia poco. Commisso e Pradè sapranno darci delle risposte, di certo è un peccato vedere così pochi stadi di proprietà nel campionato italiano. Qui da noi è un problema di burocrazia, basta guardare alle mascherine che non arrivano per dei timbri che mancano... Il presidente dovrà essere pressante e farsi sentire. Sono dell'idea che il campionato debba finire. Stiamo fermi quanto serve, poi recuperiamo, come se fossimo stati messi nel congelatore, senza problemi. È giusto ripartire, per rispetto dei tifosi, di chi ha pagato: se si è iniziata una cosa, nei tempi giusti bisogna finirla, anche giocando nell'anno solare invece che in quello calcistico. Con estrema serenità, per il bene della salute e dei conti economici. Si può rimediare a tutto tranne che alla morte! Drago e Lafont sono due portieri diversi, con caratteristiche notevoli. Il secondo in Francia sta facendo bene, magari sentiva la pressione, o la Serie A non era il suo ambiente. Drago sta facendo bene.  Barba? Lo vedo meglio in una difesa a tre, ma se a quattro gli viene affiancato un centrale alla Dainelli può crescere. Chiesa? Bisogna vedere se vale la pena di andare in una big e cosa si intende per big, ora lo è anche l'Atalanta. Io fossi in lui rimarrei per essere uomo-squadra, poi ci sono altre situazioni, ma Chiesa e la Viola sono una bella accoppiata. Ho giocato contro Messi, Ronaldo, Totti, Del Piero... che fortuna. Messi e Ronaldo sono diversi, il primo mi ha fatto gol su rigore e Ronaldo no, se la vogliamo vedere così. Batistuta e Montella li ho affrontati quando erano alla Roma. Il rigore a Ronaldo rimane una soddisfazione, abbiamo perso 3-0 purtroppo, ma la gioia rimane. Poi sono l'unico ad averlo fatto, quindi adesso ogni volta che Ronaldo segna dal dischetto io sono contento.  Adesso faccio l'attaccante, mi diverto e prendo tante botte. Solo tre partite, all'esordio ho segnato, due assist, siamo un bel gruppo con tanto spirito di sacrificio. Perché giocare in Categoria è anche questo. Futuro? Mi vedo dirigente, non allenatore. Pastorello, il mio procuratore storico, ha bisogno di una spalla e attende la mia chiamata, ma io devo trovare l'entusiasmo: a parte il pallone, non so fare nulla! Sto cercando di capire cosa mi attrae di più, se direttore sportivo o procuratore"

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