No, ancora non sappiamo cos'è, anche se sappiamo benissimo - e forse tendiamo a far pesare un po' troppo - quanto è costato alla Fiorentina: 27 milioni bonus compresi, di gran lunga l'esborso maggiore nella storia del club gigliato. Nico Gonzalez aveva iniziato benissimo, con assist a profusione, una gran partita contro la Roma e il primo gol in maglia viola al Torino, in una calda serata di fine agosto. Poi, mesi costellati di difficoltà previste (i viaggi intercontinentali per rispondere alle chiamate della Nazionale argentina) e impreviste (tre settimane di Covid e la conseguente perdita di condizione). In tutto ciò, Italiano difficilmente rinuncia al numero 22, sebbene i numeri non siano dalla sua parte, perché è capace di creare disordine, di tirar fuori dal nulla qualcosa di interessante che, se ben interpretato, porta a chiudere la sinfonia con un gol. Un po' come il jazz.
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Se non sai cos’è, allora è jazz: il rissoso e irascibile Nico cerca equilibrio
Il numero 22 in argentina è "loco", pazzo, come Gonzalez ama definirsi: adesso l'esterno deve trovare una quadra senza perdere imprevedibilità
Improvvisazione
Lo stile di gioco di Gonzalez è istintivo, vivace e soprattutto verace. Probabilmente nemmeno lui ha ben chiaro cosa fare, una volta che riceve il pallone, ma punta l'uomo con la certezza di avere i numeri per superarlo, e spesso e volentieri ci riesce pure. Poi, però, arriva il momento di concludere con un tiro o un passaggio, e allora Nico paga un po' questo suo disordine travolgente. Un po' come contro l'Atalanta, quando, preso dal flusso dell'azione, si è trovato a percorrere il corridoio aperto da Piatek, per poi, in una frazione di secondo, prendere la decisione sbagliata allargando per un Saponara che solo lui immaginava alla sua sinistra. Ma il contraltare è rappresentato dalla gara di Bologna. Ve la ricordate? A inizio dicembre, al Dall'Ara, Gonzalez ha fatto letteralmente il bello e il cattivo tempo, con un assist per Maleh e i due piazzati vincenti, rigore e punizione, conquistati. Theate, Dijks e Medel, in quel disordine, non ci hanno capito nulla. E quindi, andando oltre i gol, è fondamentale per Italiano poter sfruttare le situazioni create nelle jam session di dribbling del suo esterno. Destra, sinistra, centro del campo, libertà e partecipazione a tutte le trame. Però, c'è un però.
L'ira funesta
"Che infiniti addusse lutti agli Achei", si legge nel Proemio dell'Iliade. In effetti Nico ha un che di Achille, il grande eroe greco, che secondo Omero combatteva di puro istinto, con un'aura di invincibilità, e non sopportava che il suo re, Agamennone, lo limitasse. E la Fiorentina all'assedio di Bergamo rischiava di prolungare la partita proprio come i Greci all'assedio di Troia. Italiano ha tolto Gonzalez che non l'ha presa affatto bene, dando seguito ad un altro episodio di nervosismo, il rigore conteso a Cabral e Biraghi contro la Lazio. In quel frangente il pomo della discordia non se l'è aggiudicato nessuno grazie all'intervento del VAR, che ha scongiurato il conflitto. Ma quel che resta, tornando col pensiero anche all'inutile espulsione per proteste rimediata a fine settembre contro l'Inter, è la sensazione di essere di fronte a un ragazzo che ha bisogno di trovare un ordine nel proprio disordine. Carl Gustav Jung diceva che in ogni caos c'è un cosmo, in ogni disordine un ordine segreto. E allora il rissoso e irascibile Nico Gonzalez dovrà fare braccio di ferro con la sua impulsività e venire a capo del suo personalissimo puzzle.
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