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Purple rain – Rialti e l’emozione di veder giocare Castrovilli

Il commento a freddo di Alessandro Rialti che si concentra sulla prestazioe splendida di Gaetano Castrovilli

Alessandro Rialti

Aldilà della vittoria ci sono molte cose, forse apparentemente piccole, insignificanti, ma in realtà fondamentali. La Fiorentina ha una proprietà (iper presente), una squadra (giovane e coesa) e un leader morale (Franck Ribery), in aggiunta un popolo di tifosi che ha ritrovato la voglia di appartenere. Millequattrocento e frazioni i presenti a Reggio. Al Franchi sempre più di trentamila. Chiamiamoli piccoli miracoli, che a Firenze spesso esplodono. Ma c’è qualcosa che va oltre anche al piccolo miracolo, c’è un giocatore che va oltre anche al vecchio campione,

Ribery, che continua a dare lezioni, al giovane campione, Chiesa, che non molla neppure quando ha i polmoni totalmente prosciugati, oltre anche al presidente che non fa mai un passo indietro quando si parla del futuro viola. Oltre a tutto questo, che è tanto e tanto mi piace, c’è... Castrovilli.

Mi sembra eccessivo paragonarlo a Antognoni, ma è formidabile. Mi emoziona vederlo giocare. Sbagliare una conclusione al volo, mancare la palla, lasciare all’avversario la ripartenza e rincorrerlo fino a recuperare la palla. Da brividi la sua corsa sotto la tribuna per mimare il numero sette per la dedica a Franck. Da applausi l’assist per il secondo gol viola, quello decisivo. Che bel giocatore, da tempo non ne vedevo uno così completo. Pressa e riparte, è il numero uno dei dribbling e delle palle recuperate, ha forza ed eleganza, una sorta di tutt’uno che ti lascia sbigottito. Il più bel regalo di questa stagione. Io stravedo per Ribery, ho immenso affetto per Chiesa, stima incondizionata per Casares, ma Castrovilli è il vero simbolo della rinascita viola.