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Prof. Rostagno a VN: “La patologia di Astori non così rara, ma può sfuggire”

Abbiamo intervistato il Prof. Carlo Rostagno cardiologo di Careggi. Il Corriere della Sera ha definito silenziosa la fibrillazione ventricolare da cardiomiopatia aritmogena, la causa della morte di Davide Astori, vi proponiamo il parere di un...

Stefano Niccoli

Silenziosa. Con questo aggettivo il Corriere della Sera ha definito la fibrillazione ventricolare da cardiomiopatia aritmogena, la causa della morte di Davide Astori. Per fare chiarezza Violanews.com ha intervistato Carlo Rostagno, cardiologo, professore associato in medicina interna all'Università di Firenze. Con lui abbiamo parlato del quadro generale della patologia in questione e non del decesso dell'ex capitano della Fiorentina in particolare.

Nel modo più semplice possibile, come descriverebbe la cardiomiopatia aritmogena?

E' una malattia su base genetica, rara dal punto di vista della frequenza, ha caratteristiche particolari sul piano anatomico, ecocardiografico, elettrocardiografo e di risonanza magnetica, interessa essenzialmente la sezione destra del cuore. Tante volte le aritmie non hanno un corrispettivo anatomico. Sull'assenza di questi elementi si valuta la ripresa dell'attività agonistica per persone a cui era stata tolta l'idoneità per la presenza di aritmia. L'aritmia, di per sé, può essere espressione del nulla totale, come di situazioni potenzialmente fatali. Il problema è tutto ciò che sta in mezzo: la diagnostica fatta come la legge italiana prevede che sia fatta. E' l'unica nel mondo che ha un garantismo così elevato nei confronti della salute dell'atleta. Non esiste nessun'altra legislazione al mondo con una così forte connotazione con esami di tutti i generi effettuati per cercare di evitare che l'atleta abbia nocumento dall'attività fisica che fa.

Come si fa a diagnosticarla?

E' una situazione non così rara come si può pensare, ma è comunque una malattia poco frequente nella popolazione. I dubbi possono venire dall'elettrocardiogramma. L'ecocardiogramma e la risonanza magnetica, in genere, sono diagnostici. Ci sono diverse variabilità e gravità da un punto di vista morfologico. A un esame ecocardiografico, purtroppo, può sfuggire, così come all'elettrocardiogramma. L'incidenza di questa malattia in Veneto è particolarmente alta visti gli studi autoptici. Nel caso di Astori la valutazione finale è stata fatta dal gruppo di Padova che da anni fa di questo argomento il suo cavallo di battaglia. Se si vanno a vedere le casistiche internazionali, ci si accorge che l'incidenza è più bassa di quella italiana.

Qual è la frequenza di questa malattia?

Quello che purtroppo a volte succede e che crea problemi alla diagnostica è che alcune situazioni hanno una progressione nel tempo particolarmente evidente. A 15 anni, ad esempio, non si trova nulla, a 20 qualcosa, a 30 qualcosa di più e poi magari queste situazioni si manifestano, a volte in modo drammatico, qualche anno dopo. Se si pensa che il 50% delle morti improvvise in soggetti con patologie di questo tipo (la cardiomiopatia aritmogena, ndr) o altre cardiopatie avviene nel sonno o in situazioni di assoluta tranquillità, si capisce come l'esercizio fisico sia, di per sé, un elemento scatenante nella minoranza delle situazioni. In rapporto al numero di casi, la maggior frequenza con cui si verifica l'evento è durante le ore di riposo. E' importante sottolineare come sia una delle tante condizioni - si contano sulle dita di due mani - nelle quali uno dovrebbe riuscire a fare una diagnosi e poter dire 'Ti metto a riposo per non metterti a rischio'.  Una volta fatta la diagnosi, ci sono strumenti impiantabili che permettono di dare uno shock elettrico al cuore in caso di aritmia, nel quasi cento per cento dei casi lo shock è efficace a ripristinare il ritmo regolare, ma tutto questo quando si ha in mano la diagnosi. Sono tante le situazioni che possono essere vagliate. Nel complesso sono tutte molte rare, ma quando c'è un elemento di sospetto, è meglio approfondire.