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Prandelli si adatta al 3-5-2: il mercato, adesso, gli dia una mano

Foto ACF Fiorentina

Il mister gigliato era (ri)partito con un'idea di gioco ma ha dovuto modellare le proprie convinzioni alle esigenze di una squadra in difficoltà

Alessandro Bracali

Nella sua prima (ed assolutamente positiva) esperienza in riva all’Arno Cesare Prandelli ha utilizzato, in pratica, quasi sempre due sistemi di gioco, alternati in base ai giocatori a disposizione. Due sistemi che avevano come loro comun denominatore la difesa a quattro ed un’unica punta centrale di riferimento: il 4-3-3 ed il 4-2-3-1. Il tecnico viola, infatti, non ama affiancare due attaccanti dalle caratteristiche simili, ma preferisce mettere insieme elementi dalle caratteristiche complementari. Questo è quello che dice la sua carriera. Si pensi, sempre guardando al suo passato viola, a quando accanto al Fenomeno, Adrian Mutu, c'erano calciatori come Luca Toni, Giampaolo Pazzini, Christian Vieri o Alberto Gilardino, tutti centravanti con caratteristiche fisiche e tecniche ben precise. Oppure il tandem offensivo dell'ultima stagione prandelliana prima del ritorno di quest'anno (la 2009/2010), composto dal Gila e Stevan Jovetic, che agiva alle spalle della prima punta insieme a Marchionni e Vargas.

Tornando al presente, Prandelli dalla gara col Sassuolo dello scorso 16 dicembre sta lavorando sul 3-5-2, il modulo con cui – sue stesse parole – la squadra si sente più a suo agio. Un modulo che esclude Callejon e che evidenzia alcune lacune di questa rosa. Sulla destra manca un giocatore capace di fare quello che Biraghi fa dall’altra parte, in teoria ci sarebbe Lirola ma lo spagnolo fin qui ha deluso. La mossa-Caceres nel trionfo di Torino è stata perfetta ma non può rappresentare la soluzione in tutte le partite, specie quelle casalinghe in cui la Fiorentina deve attaccare per cercare la vittoria. Poi c’è il discorso relativo al regista: Borja Valero può essere d’aiuto in alternanza con Pulgar, sempre che il mercato invernale non cambi la maglia del cileno. Ed infine l’attacco, reparto da cui eravamo partiti: Vlahovic si trova da solo, spesso, a fare la guerra, tante volte sulle palle alte, con i centrali avversari ed in questo modo rischia di perdere lucidità in fase conclusiva. Lui e Ribery sarebbero anche un tandem ben assortito secondo le prerogative tecnico-tattiche di Prandelli, ma a mancare sono i numeri in fatto di gol (FR7 non segna dallo scorso 27 giugno). Un aspetto da non trascurare se si parla di calcio…

Ecco che allora se dal mercato arrivassero un attaccante compatibile con Vlahovic ed un esterno destro a tutta fascia la Fiorentina potrebbe togliersi quanto prima dalla situazione attuale di classifica ed iniziare a guardare con maggiore serenità verso il prossimo futuro, sia sul campo che dal punto di vista della programmazione.

 Photo by Gabriele Maltinti/Getty Images
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